ROMA โ Detenere gli immigrati clandestini in attesa di rimpatrio come quelli in attesa del riconoscimento dello status di rifugiato. Eโ lโindicazione, il consiglio che arriva dallโEuropa mentre viene messo a punto un nuovo documento sullโimmigrazione. Documento che con ogni probabilitร non aprirร le porte alla procedura dโinfrazione nei confronti di chi, come lโUngheria, ha disatteso il piano di ricollocamenti varato da Bruxelles, ma si limiterร ad una tirata dโorecchie. Oltre, naturalmente, a dare una serie di consigli e indicazioni ai vari Stati membri su come affrontare e gestire la questione. Ma รจ giusto limitare la libertร di chi non ha commesso un reato? E giusto trattenere in carcere clandestini e richiedenti asilo? Innanzitutto รจ dโobbligo ricordare che lโingresso clandestino รจ considerato, รจ vero, un illecito penale da diversi Stati, cosa che quindi rende legalmente piรน che giustificabile il carcere per chi infrange questa legge. Ma cosรฌ non รจ per chi ha richiesto lo status di rifugiato e aspetta di sapere se gli verrร riconosciuto o meno. Detto questo รจ difficile risolvere la questione affrontandola solo ed esclusivamente dal punto di vista delle leggi esistenti. Eโ infatti vero che, volendo, qualsiasi Paese puรฒ creare una cornice legale alla detenzioni dei clandestini come dei richiedenti in attesa. Ma la problematica รจ piรน ampia e gli aspetti da valutare sono diversi. A cominciare dai Diritti dellโUomo.
Che vuol dire infatti detenere? Rinchiudere questi soggetti nella carceri normali, sovraffollate come quelle italiane, insieme ai detenuti comuni e per un tempo imprecisato figlio dei tempi, solitamente spropositatamente lunghi, della Giustizia italiana? Una soluzione difficilmente giustificabile dal punto di vista etico. Oppure limitarne la libertร di movimento confinandoli in strutture sรฌ chiuse dove possono essere controllati, ma di diversa tipologia rispetto ad un carcere โnormaleโ e soprattutto per un periodo di tempo certo? Discorso molto diverso. Anche se, in linea di assoluto principio, rimane difficile trovare una giustificazione etica per limitare la libertร personale di chi che sia senza un reato e senza un processo. Ci sono, perรฒ, oltre agli aspetti squisitamente etici, anche quelli molto piรน pratici che per comoditร riassumeremo nel concetto di realpolitik. Puรฒ infatti essere eticamente discutibile la detenzione cosรฌ fatta, ma non si puรฒ non tener conto dellโimpatto che lโimmigrazione ha sugli Stati europei e in particolare su quelli in prima linea come lโItalia e la Grecia. Non si puรฒ ignorare il fatto che rappresenti ormai questa un problema sociale. Problema che anche i piรน democratici, i piรน progressisti e i piรน corretti del mondo sanno che, se lasciato a se stesso, porta voti alle destre e soprattutto ai populismi. Qualcuno, con una battuta, ha detto โmeglio in carcere oggi che nel lager domaniโ. Battuta cruda che contiene perรฒ un embrione di veritร . Donald Trump, al di lร dellโoceano, vuole costruire migliaia di chilometri di muro per tenere fuori i messicani e ha di fatto dichiarato guerra ai cittadini di fede musulmana. Al di qua dellโAtlantico la Gran Bretagna, proprio sullโonda della paura (reale o percepita รจ unโaltra questione) degli immigrati, ha deciso di lasciare lโUnione Europea e la Le Pen in Francia macina consensi come piรน o meno tutti i partiti e i movimenti che puntano il dito contro lo straniero. Eticamente discutibile e praticamente efficace, questa รจ lโidea di tenere i clandestini in carcere. Ma anche senza voler sciorinare la solita ovvietร tanto vera quanto utopistica secondo cui per eliminare lโimmigrazione clandestina bisogna eliminare le cause che spingono le persone a migrare (leggi guerra, povertร , mancanza di libertร e dirittiโฆ), almeno qui Europa, per affrontare lโemergenza, ci sarebbe bisogno in primis di un approccio unitario di tutti i Paesi legati a Bruxelles. Approccio che oggi ancora non cโรจ.