LONDRA – “Uno storico errore”. Così John Major, ex primo ministro britannico, ha definito Brexit in un incendiario intervento alla Chatham House di Londra.
Major si è raccomandato con i suoi successori, consigliando loro di “calmare” gli alleati europei e preparare i cittadini ai difficili momenti che inevitabilmente seguiranno. Inoltre, ha messo in guardia sull’abbandono dell’EU da parte del Regno Unito, che potrebbe trasformare la Nazione in Paese low economy e porre fine alla ricchezza dello Stato, dettaglio che farebbe perdere all’Inghilterra il supporto popolare. “Nel referendum di otto mesi fa, la maggioranza ha deciso per l’uscita dall’Unione Europea. Oggi, come allora, credo che sia stato uno sbaglio storico, nonostante gli inglesi avessero pieno diritto di votare in questo senso. Brexit è difficile, e sembrerebbe proprio quello che dovremmo aspettarci, è un rischio molto alto. Non possiamo tornare indietro per modificare il risultato, ma possiamo lavorare per il miglior accordo possibile” ha spiegato Major.
Secondo l’ex Primo ministro, questo è stato uno “dei voti che ha diviso maggiormente la società inglese”, Major pensa al futuro con non poca preoccupazione, dal momento che “gli inglesi si aspettano, erroneamente, un futuro irreale e forse troppo ottimista”. Secondo Major, i cittadini sono stati portati a pensare unicamente alle opportunità, senza soffermarsi realmente sugli ostacoli e sulle conseguenze.
Riprendendo un discorso fatto qualche giorno prima dal segretario degli esteri Boris Johnson, ma senza nominarlo, l’ex Tory ha affermato: “Le speranze di chi ha favorito l’uscita dall’Ue sono alle stelle. Ci dicono che gli altri Paesi fanno la fila per fare affari con noi, che i giorni migliori sono i futuri. Parole belle, che io stesso spero siano vere, ma l’ esperienza personale nelle negoziazioni internazionali mi fa dubitare fortemente fortemente che si realizzeranno”.
E proprio sulle negoziazioni ha precisato: Sono un “dare” e un “avere”. “Sappiamo che gli Brexiteers vogliono prendere, ma non abbiamo ancora sentito alcun discorso che spieghi cosa, il nostro Paese, sia realmente pronto ad offrire. Pensare che l’Europa ci conceda tutto ciò che desideriamo, è estremamente naive”.