
ATENE – Stretta in un negoziato in cui margini a suo favore sono via via più risicati, la GreciaĀ tenta la via della rissa. Una rissa diplomatica, innanzitutto, una mossa sfacciata che ha come primo obiettivo la Germania. Va letta in quest’ottica quella che suona più che altro come una provocazione: ottenere da Berlino le riparazioni per i danni della seconda guerra mondiale.
Altrimenti…altrimenti Atene minaccia in primis di sequestrare gli istituti tedeschi sul suo territorio, dal Goethe Institut alla scuola tedesca di Atene, e soprattutto, e questo ha giĆ maggiore efficacia, di spedire a Berlino i migranti che arrivano in Grecia. Naturalmente entrambe le minacce hanno uno scarso senso della realtĆ : i danni di guerra secondo una stima riservata delle autoritĆ greche ammonterebbero a una cifra tra i 269 e i 332 miliardi di euro. Ovvero una bella fettaĀ del debito della Grecia ma soprattutto una “cifra-monstre” che nessuno si sognerebbe mai di sborsare nemmeno sotto ben più pesanti minacce.
PerchĆ© l’altra arma sventolata da Atene ĆØ la “spedizione” di extracomunitari in terra tedesca. In barba a qualsiasi disposizione comunitaria. La strategia della rissa si scontra però con la prevedibile reazione della Germania che nelle dichiarazioni ufficiali non dĆ traccia di nervosismo. Il nervosismo, ad oggi, sembra essere soprattutto ad Atene. Tsipras ha finora ceduto fin troppo all’Europa rispetto alle mirabolanti promesse della campagna elettorale e le fantasiose ricette economiche (turisti e domestici spie del Fisco) testimoniano l’affannosa ricerca di un’alternativa alle strategie economiche tradizionali, quelle fatte con tagli, privatizzazioni e ristrutturazioni del debito.
