PARIGI, 9 MAG – L'era Sarkozy e' agli sgoccioli: oggi per l'ultima volta il presidente ha riunito i suoi ministri intorno ad un tavolo dell'Eliseo. Domani il premier Francois Fillon presentera' le dimissioni del governo, che continuera' ad occuparsi degli affari correnti fino al 15.
Ai suoi, Sarkozy ha raccomandato di non cedere ai rancori e, prima di andar via, ha ricevuto un caloroso applauso con tanto di standing ovation. In pubblico, ha anche augurato 'bonne chance', buona fortuna, al suo successore, Francois Hollande, gia' da oggi impegnato sul fronte europeo. Insomma sta preparando con cura la sua partenza, attento a non fare passi falsi. Ma ancora una volta il settimanale Le Canard Enchaine', sempre informatissimo e mai smentito sui retroscena dell'Eliseo, gli ha rubato un'imbarazzante voce 'off'. Messo da parte il fair play sfoderato in pubblico, il presidente uscente si sarebbe lasciato andare ad una considerazione non proprio elegantissima con i suoi: ''Perdere e' sempre difficile, ma e' delizioso pensare che stiamo lasciando ai socialisti questo merdaio…'', avrebbe sghignazzato Sarko', prima di aggiungere: ''La transizione deve svolgersi nel modo piu' rapido possibile…E poi, viva la vita vera!''.
Al di la' della beffa pero', il presidente uscente ha rivolto oggi gli addii ufficiali ai suoi. E' stato dato spazio all'emozione e alla nostalgia. C'e' chi si e' fatto autografare il cartoncino delle presenze, come Nadine Morano, ancora fino a martedi' sottosegretario alla formazione professionale. Chi, come Frederic Mitterrand, ministro della Cultura, ha portato via alcuni oggetti ricordo, tipo buste e penne col sigillo dell'Eliseo. Di solito poco loquaci al termine dei consigli, i ministri, che si preparano a fare gli scatoloni, si sono attardati nel cortile dell'Eliseo per raccontare le ultime impressioni, riferire le ultime battute. ''Non siate tristi perche' non ce n'e' motivo quando si vive in una democrazia che funziona bene'', ha osservato Sarkozy secondo Roselyne Bachelot, responsabile della Coesione sociale. Martedi' dunque Sarkozy lascera' la poltrona presidenziale a Hollande. E in contrasto con la loquacita' dei ministri, il suo dovrebbe essere un addio silenzioso. Stando al Figaro non ci sara' nessun arrivederci solenne come nel 1981 per Valerie Giscard-d'Estaing, e nemmeno un discorso pre-registrato come fece cinque anni fa Jacques Chirac. Le sue ultime parole ufficiali rivolte ai francesi dovrebbero restare quel 'je vous aime', vi amo, che ha chiuso il discorso di domenica scorsa, appena pochi minuti dopo la sconfitta.
Dopo la cerimonia del 15 (per cui e' prevista una stretta di mano a Hollande e via in automobile), Sarkozy dovrebbe partire per il cap Negre, sulla Costa Azzurra, per un periodo di riposo. Probabilmente meritato: in cinque anni ha fatto 167 viaggi ufficiali all'estero e 367 in Francia. Corre voce che tornera' a fare l'avvocato. Che dedichera' piu' tempo alla famiglia, trascurata negli ultimi tempi: ''In questo ambito ho fatto degli errori – ha detto oggi – e conto di rifarmi''.
Rischia pero' che il riposo venga presto turbato. La giustizia francese ha fretta di sentire l'ex presidente, che presto non sara' piu' protetto dall'immunita', su diversi affaires. Primo della lista, il caso Bettencourt, con i sospetti di finanziamenti illegali per la campagna elettorale del 2007.