ROMA, 25 NOV – Strette di mano e sorrisi tra il commissario europeo agli affari interni, Michel Barnier, e il presidente del Consiglio, Mario Monti. Nel lungo colloquio a palazzo Chigi, durato oltre due ore e mezza, non si e' parlato delle misure anticrisi per l'Italia, secondo quanto riferisce il commissario. Al contrario, tra le materie all'ordine del giorno, c'e' una ''questione che Monti conosco molto bene'', le golden share che lo Stato mantiene nelle grandi imprese privatizzate.
''Tratteremo l'Italia in modo equo come tutti gli altri paesi'', e' la risposta di Barnier a chi gli chiede informazioni sulla sua decisione di citare Roma alla Corte di giustizia Ue per i poteri di veto mantenuti dal Tesoro in Enel, Eni, Telecom Italia, Finmeccanica e Snam Rete Gas. Ieri la Commissione europea ha annunciato che la lettera di deferimento sara' inviata tra un mese, secondo gli accordi presi mercoledi' tra Monti e il presidente della Commissione, Jose' Barroso.
Monti ha ottenuto 30 giorni per regolarizzare la posizione dell'Italia in cambio della promessa di fare quello che gli esecutivi precedenti non hanno fatto negli ultimi dieci anni – riferiscono fonti europee – rinunciando alla golden share che impedisce scalate ostili nelle aziende considerate strategiche. Bruxelles giudica queste azioni privilegiate incompatibili con il mercato unico e l'Italia e' gia' stata condannata nel marzo 2009 per questo motivo. Un nuovo verdetto negativo comporterebbe automaticamente multe salate.
Nel mirino di Barnier e', in particolare, il potere di veto del Tesoro in merito all'acquisizione di titoli delle societa' oltre la soglia del 5% dei diritti di voto, in merito agli accordi degli azionisti (sempre sopra la quota del 5% dei diritti di voto) e in merito ad alcune decisioni delle imprese su fusioni e scissioni. La garanzia che l'Italia sara' trattata ''come gli altri'' non fa ben sperare. Solo giovedi' Barnier ha proposto per la Germania, a causa dei poteri di veto detenuti nella Volkswagen, multe di 31.114,72 euro al giorno dalla prima sentenza negativa della Corte Ue del 23 ottobre 2007 fino al momento la legislazione sara' cambiata, e sanzioni ancora piu' dure se Berlino non interverra' entro la nuova sentenza.
La questione delle golden share e' particolarmente calda nel momento in cui sul tavolo del governo sembrano esserci nuove privatizzazioni. L'ondata riguarderebbe le municipalizzate, con la progressiva uscita del pubblico dai servizi locali, stavolta senza la scialuppa delle azioni privilegiate.
