ROMA – I laburisti chiedono le dimissioni del ministro della cultura britannico, James Hunt, accusato di “collusione” con NewsCorp nelle sue mire sull’acquisto della piattaforma Sky. Un’email del lobbista del gruppo, Fred Michel, a Rebekah Brooks, emersa dall’inchiesta della commissione Leveson, afferma che Hunt voleva dal gruppo “consigli” su come agire e che voleva impedire un’inchiesta pubblica sulle intercettazioni. Il portavoce di Hunt nega che il riferimento nella mail sia al ministro.
Hunt la scorsa estate si sarebbe incaricato di bloccare eventuali inchieste pubbliche relative alle intercettazioni, per non danneggiare l’acquisto – allora ancora plausibile – della totalità della piattaforma Sky (BSkyB) da parte di News International, il ramo britannico della News Corp. del magnate australiano, che ne possedeva già quasi il 40%. E avrebbe atteso “consigli” dal gruppo su come agire, mostrandosi di fatto – accusano i labour – “colluso” con News Corp in una vicenda delicata sulla quale avrebbe invece dovuto dare prova di “imparzialità”.
Tutto ciò “e’ completamente inaccettabile”, tuona oggi la numero due del partito laburista, Harriet Harman, secondo la quale “c’è stata una collusione completa fra il ministro, il suo ministero e News Corp a proposito di un’offerta di acquisto sulla quale a lui era richiesta l’imparzialità. Questo significa che non deve restare al suo posto”. La pietra dello scandalo, una email, datata 27 giugno 2011, trovata sul Blackberry di Rebekah Brooks, l’ex numero due di Murdoch in Gran Bretagna, inviatale dal lobbista del gruppo, il francese Fred Michel.
Hunt era da poco ministro della cultura, in sostituzione del dimissionario liberaldemocratico Vince Cable, ritenuto troppo ostile al gruppo Murdoch, e da lui aveva ereditato il dossier BSkyB. La bufera sulle intercettazioni illegittime dei vip, per ottenerne degli scoop di gossip, era nel pieno della sua furia, aveva fatto rotolare le teste a Scotland Yard e di li’ a poco avrebbe fatto chiudere il tabloid News Of The World.
E solo una settimana più tardi si sarebbe scoperto che fra le persone i cui cellulari erano sotto ascolto c’era anche – rileva l’Independent – quello della teenager assassinata Milly Dowler ”JH” Jeremy Hunt – scriveva Michel nell’email incriminata – ”sta cominciando a occuparsi più a fondo della vicenda delle intercettazioni e mi ha chiesto di consigliarlo privatamente nelle prossime settimane e di guidare la sua posizione e quella del numero 10 ” di Downing Street).
In un altro punto del messaggio Michel scrive: “Hunt farà riferimento alle intercettazioni telefoniche nelle sue dichiarazioni (al Parlamento) su Rubycon (l’acquisto di BSkyB, ndr) questa settimana” difendendo l’idea che “questo non abbia nulla a che fare con il problema del pluralismo dei media” in Gran Bretagna. Poi un’altra frase imbarazzante per il ministro conservatore: Hunt “vuole impedire un’inchiesta pubblica” sulle intercettazioni.
Un portavoce di Hunt ha replicato che il ministro al momento opportuno “darà prova della sua integrità” e che Michel in realtà non faceva riferimento a lui. L’ “affaire”, intanto è già costato il posto al vice di Hunt, Adam Smith, che si dimise in aprile quando dalle rivelazioni di James Murdoch, figlio ed ex delfino dello “squalo” alla commissione Leveson, emerse che passava a Michel carte riservate sulle mire di News Corp al restante 60% di BSkyB.