A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino, tra l’est e l’ovest resta una distanza reale. «All’Est la disoccupazione rimane con un tasso doppio di quello dell’Ovest»: oggi non ci sono più i mattoni a dividere le due parti della Germania, ma i rispettivi abitanti non vivono allo stesso modo e Angela Merkel non ha potuto evitare di sottolinearlo alla celebrazione del ventennale dello smantellamento del simbolo della cortina di ferro.
«La riunificazione tedesca è ancora incompiuta», ha detto la Merkel in un’intervista al canale tv “Ard”. Si è rivolta prima di tutto ai tedeschi, alla nazione e poi ai leader politici presenti, affinché collaborino per portare allo stesso livello il tenore di vita tra est e ovest. La cancelliera ha fatto riferimento non solo a Berlino, ma all’intera Germania, ancora divisa in due, soprattutto per ricchezza e progresso economico.
Nei cinque Laender tedesco-orientali sono sorti molti «paesaggi fioriti», come aveva promesso Helmut Kohl quando le due sponde di Berlino ritornarono unite: per la Merkel però è fondamentale continuare a finanziare la ricostruzione dell’est del Paese e la soluzione più immediata è mantenere almeno fino al 2019 il contributo di solidarietà del 5% prelevato ad ogni tedesco sulla busta paga, il cosiddetto “Soli”.
Attraversando quel lembo di terra all’altezza della Bornholmner Strasse, che un tempo era la frontiera tra le due facce di Berlino, Angela Merkel, ha ringraziato tutti, non solo i tedeschi presenti, ma l’Europa intera e l’ex presidente Urss che permise l’abbattimento del muro. Nella notte del 9 novembre 1989, in quello stesso punto in cui a vent’anni di distanza la cancelliera tedesca ha rievocato lo sforzo e il coraggio dei protagonisti, fu aperto il primo valico per passare da una parte all’altra della città. «Noi sapevamo che qualcosa stava succedendo in Urss e sapevamo che doveva succedere» in Unione Sovietica perché succedesse anche da noi. E Gorbaciov ha avuto il «coraggio» di avviare questo processo, «ha reso tutto questo possibile», ha detto la Merkel.
