KIEV, 13 OTT – Ancora guai giudiziari per l'ex premier ucraina Iulia Timoshenko. Ad appena due giorni dalla condanna a sette anni di reclusione per i controversi contratti con Mosca per il gas, l'eroina della Rivoluzione arancione è ora indagata per malversazione di fondi statali, per aver scaricato sul governo un debito di centinaia di milioni di dollari che l'azienda energetica di cui era presidente doveva pagare al ministero della Difesa russo.
I fatti risalirebbero al 1995, quando Timoshenko era ancora la 'principessa del gas' e sedeva al vertice della società Sistemi energetici uniti d'Ucraina. Secondo i servizi segreti di Kiev, l'Ucraina allora aveva un ingente debito con Mosca per le forniture di gas e si decise di risolvere la questione con uno schema non proprio lineare: il governo ucraino avrebbe fornito alla Russia materiale da costruzione e mezzi militari per 450 milioni di dollari, quei soldi sarebbero poi tornati da Kiev a Mosca per saldare il debito del gas.
Qualcosa però andò storto, perché, sempre secondo gli investigatori, la Russia versò all' Ucraina la cifra concordata, ma da Kiev arrivò solo una minima parte del materiale e degli apparecchi militari pattuiti e i soldi ricevuti da Mosca non tornarono più indietro.
L'accordo sarebbe stato siglato dal ministero della Difesa russo e, non si capisce a che titolo, dalla Sistemi energetici uniti d'Ucraina di Timoshenko, che con la complicità dell'allora vice premier Pavlo Lazarenko (agli arresti domiciliari negli Usa dopo una condanna a nove anni di carcere per estorsione, frode e riciclaggio di denaro sporco), avrebbe scaricato sul governo il debito insoluto con Mosca, pari a 405,5 milioni di dollari.
Ed è proprio Mosca, che pure lo scorso giugno ha chiesto a Kiev di saldare il debito, a venire ancora in aiuto di Timoshenko. Stando a quanto dichiarato da una fonte ben informata, Mosca infatti non vedrebbe motivo di rianimare questa inchiesta contro l'ex premier ucraina che in Russia è stata archiviata nel 2005 per prescrizione.
Anche dopo la condanna a sette anni di reclusione per abuso di potere per i controversi contratti per le forniture di gas siglati con Mosca nel 2009 (quando era premier), 'Iulia' continua quindi a sentir stringere attorno a sé la morsa della giustizia. Quella annunciata oggi è infatti la quarta indagine contro di lei da quando, nel 2010, il suo acerrimo rivale, Viktor Ianukovich, è stato eletto presidente.
Un accanimento giudiziario che alcuni osservatori hanno già accostato a quello subito in Russia dall'oligarca e oppositore di Putin, Mikhail Khodorkovski, condannato a 13 anni di carcere dopo due processi per reati legati al suo ex colosso petrolifero Yukos.
