TALLINN – Skype è il simbolo dell’Estonia. Skype, nato da un’idea semplice e con poche pretese, è diventato il programma Voip più utilizzato nel mondo. L’Estonia, con poche e semplici riforme (come il taglio degli stipendi della “Casta” e la riduzione dell’elettricità superflua) è riuscita a resistere alla crisi economica che sta rovinando l’Europa. Skype è stato inventato in Estonia.
Se qualcosa simbolizza la forza del paese e la sua fiducia nelle proprie forze questo è certo Skype. Tutti conoscono il software in grado di metter in contatto gratuitamente milioni di persone in tutti gli angoli del globo. L’origine del progetto, uno dei più grandi affari telematici della storia recente, nasce dalla competenza e dallo spirito di innovazioni di tre estoni. L’idea era banale. Perché non fare in modo che la gente possa chiamarsi gratis via Internet permettendo di vedersi in video?
Ci è voluto molto lavoro per arrivare a raggiungere questo risultato perché dietro l’apparente semplice magia del software si celano di fatto complicatissimi algoritmi. La filosofia della macchina è però semplice da spiegare: più persone sono connesse, più la potenza e l’irradiazione della macchina è grande. Anche per questo principio – aiuta gli altri e aiuterai te stesso – Skype rappresenta una storia estone, la storia di un paese che per il suo sviluppo contribuisce, in tempi bui come questi, al consolidamento dell’Europa.
Perché l’Estonia è un paese che si aiuta ed aiuta gli altri, con severità e con serietà. Se la Francia e la Germania ridacchiano dell’inefficienza dell’Italia, nemmeno queste nazioni hanno molto di cui rallegrarsi. Malgrado la sua produttività e le sue esportazioni, Berlino ha accumulato negli anni un debito pari al 80% del prodotto interno lordo, al confronto del quale il paese baltico è un modello da imitare. Difatti Tallinn è un esempio di successo e di merito finanziario.
Nel bel mezzo della crisi di quest’anno, mentre il “downgrade” diventava uno spauracchio internazionale, due agenzie Standard & Poor’s e Fitch hanno aumentato il rating del paese. L’Estonia oggi ha un surplus budgetario di 115 milioni di euro per i primi sei mesi, e la parità di bilancio dovrebbe essere assicurata per l’intero anno.
Il miracolo economico è il frutto di una gestione responsabile e dell’operosa efficienza della classe politica come della popolazione. Quando è scoppiata la crisi, il governo ha annunciato un piano di austerità. I politici hanno per prima cosa tagliato i loro stessi stipendi. I salari dei lavoratori sono stati ridotti del 40% con la promessa che sarebbero stati aumentati non appena possibile. Poi l’assistenza sanitaria ed i servizi sociali sono stati sforbiciati, e perfino la luce è stata lesinata: si è deciso di spegnere i lampioni a Tallinn alle 3.30 del mattina.
Per quanto possa sembrare incredibile, tutte queste misure sono state accolte dalla popolazione stoicamente, senza proteste e non ci sono state agitazioni. Risultato: oggi, l’Estonia, grazie alla sua politica di lacrime e sangue, presenta le finanze pubbliche più solide di tutta l’Europa. E i lavoratori del paese baltico, senza dare lezione agli altri, e benché i loro salari siano più bassi di quelli greci, pagano anche loro una quota del fondo destinato a salvare Atene.