MADRID – Va avanti a passo di carica verso il risanamento il nuovo governo spagnolo di Mariano Rajoy, che oggi, a 52 giorni dall'insediamento, ha varato la sua terza grande riforma strutturale, quella del mercato del lavoro, per far fronte a una disoccupazione ormai al 22,85%.
La riforma approvata dal consiglio dei ministri e' stata definita ''storica'' dalla vicepremier Soraya de Santamaria, la piu' importante dalla fine del franchismo: ''segna un prima, e un dopo, nella legislazione del lavoro di questo paese''.
Il risultato del lungo braccio di ferro fra l'ala 'sociale' del governo guidata dal ministro delle finanze Cristobal Montoro e quella 'liberal' che fa capo al titolare dell'economia Luis de Guindos, ha visto prevalere quest'ultima.
L'aspetto di maggior rilievo e' il netto abbassamento del costo dei licenziamenti. L'indennita' passa dagli attuali 45 a 33 giorni per anno di lavoro, per un massimo di 24 mesi invece di 42. Viene inoltre semplificata ed estesa la facolta' di ricorrere ai licenziamenti economici 'low cost', 20 giorni per anno di lavoro per un massimo di 12 mesi. Potranno farvi ricorso le imprese che abbiano registrato per nove mesi un calo delle vendite, o lo prevedano per questo periodo, anche se continua a fare benefici.
L'obiettivo principale della riforma, ha detto de Santamaria, e' fare diminuire l'esercito dei 5,3 milioni di disoccupati ereditato dal governo socialista di Jose' Luis Zapatero, e aumentare la flessibilita' e la competitivita' delle imprese spagnole per rilanciare la crescita.
Con le Pmi, che creano il 90% dell'occupazione in Spagna, in prima linea: la riforma crea un contratto a tempo indeterminato per le imprese con meno di 50 lavoratori, con agevolazioni fiscali di 3mila euro per l'assunzione di giovani sotto i 30 anni e la facolta' per il primo anno di usare il 25% dell'indennita' di disoccupazione per completare la retribuzione.
Il governo Rajoy mette in campo anche uno sconto annuale di 3600 euro per tre anni nei contributi dell' impresa alla Sicurezza Sociale per l'assunzione di giovani fra 16 e 30 anni e di 4500 euro per i disoccupati di lungo periodo di piu' di 45 anni.
La riforma punta a introdurre la massima flessibilita' negli accordi collettivi. In caso di crisi le imprese potranno 'sganciarsi' dagli accordi di categoria e modificare tempi di lavoro, funzioni dei dipendenti, nelle retribuzioni. Inoltre gli accordi d'impresa prevarranno su quelli collettivi nazionali o regionali, e alla scadenza saranno validi ancora solo due anni. Ieri a Bruxelles de Guindos aveva detto ai colleghi dell' Eurogruppo che questa riforma sarebbe stata ''molto aggressiva''.
E all'ultimo Consiglio europeo lo stesso Rajoy aveva previsto che gli sarebbe costata uno sciopero generale. Le prime reazioni dell'opposizione socialista e dei sindacati sono molto negative. Ma Rajoy ora puo' dire ai partner europei di avere ''fatto i compiti'' fino in fondo – fra manovra da 15 miliardi e aumento dell'Irpef a Natale, poi le riforme del 'deficit zero', del risanamento del mercato bancario, ora del lavoro – e a tempi di record, in 52 giorni: in cambio chiede elasticita' sull' obiettivo di deficit 2012 (per ora previsto al 4,4%) per disporre di piu' risorse per fare ripartire l'economia de paese.