Senza un governo politico, a rischio di secessione, alle prese con uno dei debiti pubblici piu’ alti della zona dell’euro e con un’inchiesta giudiziaria in corso su casi di pedofilia che sta destabilizzando la Chiesa: non e’ proprio un paese in buona salute quello che il primo luglio prossimo si appresta a rilevare dalla Spagna il timone dell’Unione europea. Alla sua dodicesima presidenza della storia della Ue, il Belgio puo’ pero’ contare sugli automatismi che gli derivano dall’essere uno dei paesi fondatori piu’ favorevoli al rafforzamento del progetto europeo, per rassicurare i partner, la Commissione e il Parlamento Ue sul fatto che questa sara’ una presidenza di ”azioni e risultati concreti”.
”Quando parliamo di integrazione europea e di metodo comunitario siamo un paese profondamente unito, tutti sostenitori e partigiani del progetto europeo”, afferma il premier uscente Yves Leterme che dopo la sconfitta riportata nelle Fiandre dal suo partito cristiano democratico nelle elezioni del 13 giugno scorso, restera’ in carica per gli affari correnti fino a quando i separatisti fiamminghi e i socialisti francofoni non avranno trovato una soluzione per il nuovo governo. Visti i precedenti, cio’ potrebbe significare anche fino alla fine del semestre europeo, che termina il 31 dicembre. ”E’ normale che dopo le elezioni politiche ci sia un periodo di negoziati per il rinnovo del governo”, minimizza Leterme.
”E’ da due anni che prepariamo questa presidenza e posso assicurare che da parte della maggioranza delle forze politiche belghe c’e’ consenso sulla qualita’ del lavoro che abbiamo fatto e sul contenuto”, aggiunge il primo ministro fiammingo. ”Procederemo con il metodo del consenso: saremo dei facilitatori nel processo decisionale a livello europeo tra Commissione, Consiglio e Parlamento europeo”, afferma usando un aggettivo (facilitatori) che il presidente stabile della Ue, ex premier belga, Herman Van Rompuy, usa per definire se stesso e il suo ruolo al vertice europeo. Parlando alla stampa internazionale, insieme al ministro degli esteri Steven Vanackere e il sottosegretario agli affari europei Olivier Chastel, Leterme non fa mistero del carattere defilato, di basso profilo, di questo semestre.
L’obiettivo principale sara’ di ”mettere in atto la lettera e lo spirito del Trattato di Lisbona”. Che significa letteralmente mettersi da parte come paese, lasciando in prima linea il presidente ‘amico’ Van Rompuy e il ‘ministro’ degli esteri della Ue, la baronessa inglese Catherine Ashton. Il programma, sul quale i belgi promettono risultati concreti e approccio comunitario, indica cinque priorita’: crescita economica, coesione sociale, passaggio ad un’economia sostenibile, politica comune europea in materia di asilo ed immigrazione e rafforzamento del ruolo dell’Europa, come attore globale di politica estera e sicurezza.
