BRUXELLES – Offensiva dell’Italia alla Corte di giustizia Ue contro tre bandi di lavoro pubblicati dalla Commissione europea solo in francese, inglese e tedesco, escludendo quindi l’italiano. L’Italia chiede in particolare l’annullamento delle sentenze del Tribunale Ue per i bandi relativi a 125 posti di Amministratore nel campo dell’informazione, della comunicazione e di media, per 110 posti di Assistente nel campo della comunicazione e dell’informazione, per 20 posti di Amministratore nel campo delle scienze dell’informazione.
Per questi concorsi, i bandi integrali sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale sono nelle tre lingue sopra citate, mentre in tutte le altre lingue dell’Unione (italiano incluso) è stato pubblicato un riassunto.
Secondo l’Italia, ciò ha impedito a tutti i cittadini della Ue di prendere conoscenza dei bandi in condizioni di effettiva parità e non discriminazione e in violazione del principio del multilinguismo tutelato dalla Carta dei diritti fondamentali e dal trattato.
I cittadini comunitari – motiva l’Italia – leggono la Gazzetta Ufficiale redatta e pubblicata nella loro lingua nazionale (ufficiale), confidando di trovarvi tutte le informazioni necessarie alla conoscenza e all’esercizio dei loro diritti di matrice comunitaria. I bandi avrebbero quindi dovuto essere redatti in tutte le lingue ufficiali e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale in tutte le lingue dell’Unione europea.
In particolare, secondo l’Italia la sentenza del tribunale viola il sistema di competenze di determinazione del regime linguistico. Il Consiglio ha certo riconosciuto alle istituzioni la competenza a determinare le modalità di applicazione del regime linguistico nei propri regolamenti interni. Ma il Tribunale avrebbe tuttavia illegittimamente ammesso che la Commissione possa disciplinare aspetti del proprio regime linguistico con conseguenze che si irradiano anche sui bandi di concorso.
L’Italia ritiene che i bandi di concorso costituiscano testi a portata generale. La sentenza del Tribunale violerebbe quindi il principio di non discriminazione nonché il multilinguismo. La pubblicazione successiva in tutte le lingue di avvisi sintetici che rinviano alla pubblicazione completa dei bandi in francese tedesco e inglese non è idonea – secondo il parere italiano – ad evitare una situazione di discriminazione a discapito dei candidati di lingue diverse.
E anche la scelta di sole tre lingue come ”seconde lingue” viola il principio del multilinguismo. Infine, l’Italia lamenta anche la violazione del legittimo affidamento; la prassi pluriennale della Commissione in materia di concorsi ha generato un legittimo affidamento circa determinate modalità di concorsi.
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