BRUXELLES – L'immunita' parlamentare e' un diritto, ma non va concessa se il deputato ne abusa per evitare un processo per calunnia contro un vigile urbano. E' il senso di una pronuncia della Corte di giustizia europea secondo la quale l'immunita' per gli europarlamentari e' connessa alla liberta' di espressione, in quanto tale e' un diritto fondamentale garantito dalla Carta dei diritti fondamentali della Ue. Ma la immunita' deve essere concessa dal Parlamento ''soltanto qualora il nesso tra l'opinione espressa e le funzioni parlamentari sia diretto ed evidente''.
La Corte di Giustizia dell'Unione europea lo ha affermato in un parere sul caso di Aldo Patriciello, eurodeputato molisano del Pdl, imputato del reato di calunnia per aver accusato un vigile urbano di Pozzilli (Isernia) di aver falsificato i verbali di alcune multe per divieto di sosta. Patriciello sostenne di aver agito ''nell'interesse generale dell'elettorato'' e nel 2009 il Parlamento europeo gli ha concesso la copertura dell'immunita'.
Il tribunale italiano pero' ha chiesto alla Corte di giustizia di precisare i criteri per cui essa va concessa. La Corte, seguendo il giudizio espresso espresso nel giugno scorso dall'avvocato generale Niilo Jaaskinen, ha osservato che ''il riconoscimento dell'immunita' puo' precludere definitivamente l'esercizio di azioni penali'' e ''privare cosi' i soggetti lesi (…) della possibilita' di accedere alla giustizia'' o ''impedire di ottenere il risarcimento subito''.
Entrando nel merito la Corte ha scritto che le dichiarazioni di Patriciello ''appaiono relativamente lontane dalle sue funzioni di membro del Parlamento europeo'' e che le sue frasi ''difficilmente possono presentare un nesso diretto con un interesse generale''.
Ed ha concluso ricordando che ''la decisione di difesa dell'immunita' adottata dal Parlamento europeo costituisce unicamente un parere sprovvisto di qualsiasi effetto vincolante nei confronti dei giudizi nazionali''.
