
L’ex primo ministro francese, Dominique de Villepin, imputato nel processo Clairstream, ha parlato ancora al processo che lo vede imputato di una azione bieca e vergognosa ai danni del suo rivale politico e attuale presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy.
La vicenda appassiona poco i giornali italiani, ma getta una luce inquietante sulla bassezza del mondo politico francese. Se Villepin sarà riconosciuto colpevole, sarà gravissimo quel che viene attribuito a un ministro dell’Interno; se non sarà riconsciuto colpevole, valgono le parole pronmunciate in udienza a Parigi dallo stesso Villepin per gettare discredito sulla classe politica e la magistratura francesi: Villepin ha sostenuto infatti di essere stato incriminato a causa della sua rivalità con il presidente Nicolas Sarkozy.
Colpevole o innocente, dal processo è comunque emerso un personaggio Villepin querulo e lamentoso, come una donnicciola si sarebbe detto una volta, come un uomo vanesio e incapace di accettare il suo destino si potrebbe dire in linguaggio meno da caserma.
Proprio con una donna, oltre che con Sarkozy, se l’è infatti presa Villepin, il quale ha lamentato che Michele Alliot-marie, donna ministro della Giustizia, anche lei implicata nello scandalo, sia stata invece promossa.
Ha detto Villepin: “Il fatto di essere designato come rivale politico di Sarkozy mi è valso di essere oggi davanti a voi, mentre a Michele Alliot-Marie è valso di diventare ministro della Giustizia. Io ho fatto il mio lavoro di informazione, non sono sicuro che tutti gli altri ministri abbiano fatto altrettanto”.
Ministro degli Esteri, poi degli Interni al momento dei fatti – mentre la Alliot-Marie era alla Difesa – Villepin è accusato nel processo di aver partecipato ad una manipolazione orchestrata nel corso della quale i nomi di alcuni politici, fra i quali Sarkozy, sono stati aggiunti espressamente ad un elenco per far credere che fossero titolari di conti occulti all’estero.
Durante il processo, Villepin ha più volte affermato che la Alliot-Marie e il suo capo di gabinetto erano stati regolarmente informati dal generale Rondot, dei servizi, del caso Clairstream ma non avevano avvertito nessuno: “Tutte queste accuse si basano su un partito preso una specie di diseguaglianza ministeriale: io, in quanto ministro, sono stato più coinvolto di altri. Ho fatto il mio dovere: ho informato il primo ministro, il presidente della Repubblica, ho fatto in modo che tutte le regole fossero rispettate”.
Villepin ha negato ancora una volta che la riunione del 9 gennaio 2004, quella in cui il nome di Sarkozy fu inserito nella lista dei possessori di conti, fosse una “riunione-complotto”: “Non sono mai stato posseduto da odio verso Nicolas Sarkozy e ho ancora una vita davanti”.
