Sul pulpito, a officiare messa e dispensare consigli, c’è il cardinale e presidente dei vescovi italiani Angelo Bagnasco. Tra i banchi dei fedeli, nella chiesa romana di Sant’Ivo alla Sapienza a Roma, ci sono il leader centrista Pier Ferdinando Casini e gli esponenti del Pdl Carlo Giovanardi, Gaetano Quagliariello, Maurizio Gasparri. Il cardinale, formalmente, parla a tutti i presenti. Ma l’omelia, un elogio del “dialogo” sembra rivolta a uno in particolare dei presenti, il leader dell’Udc.
In mattinata, sempre i vescovi, attraverso il loro organo di stampa ufficiale Avvenire avevano dato un benvenuto “tiepido” al Polo della Nazione. ”Non c’e’ bisogno di un terzo pasticcio, ma di un ‘di più’ – scrive il direttore Marco Tarquinio – di un’azione convincente che indichi una volontà e una prospettive diverse”. Sempre Tarquinio, sottolinea nella rubrica delle risposte ai lettori che ”l’Udc di Pier Ferdinando Casini ha agito spesso in questa legislatura da ‘opposizione responsabile’, ieri questa impostazione è diventata – a parole e in qualche gesto – l’atteggiamento programmatico di un coordinamento parlamentare che riguarda un centinaio di deputati e senatori di Udc, Api, Mpa e Fli”.
Il direttore di Avvenire osserva inoltre che ”alle radici” del nuovo soggetto politico ci sono ”seri grumi di sospetto” legati alla ”storia politica di Gianfranco Fini” e alle ”posizioni assunte su importanti questioni valoriali da lui e da vari dei suoi”. ”Ma gli alberi, come sempre, si riconoscono dai frutti che danno. E questi contano”, conclude Tarquinio.
Bagnasco, invece, parlando dal pulpito, spiega: “C’è bisogno di apertura e dialogo nella famiglia, nella società, nelle articolazioni dello stato che altrimenti si inceppano” e questo “vale anche per la politica”. Omelia che fa coppia con quanto dichiarato il giorno prima dal presidente Cei a proposito del bisogno di governabilità del nostro Paese.
Pierferdinando Casini, che volendo leggere tra le righe sembra il destinatario numero uno dell’appello ecclesiastico, non fa una piega. Anzi: si dice d’accordo e replica: “Appello importante. Le sue sono state parole molto significative. La Chiesa è un punto di riferimento importante per l’unità dell’Italia e ci indica i valori comuni e i riferimenti validi per tutti”.
Eppure è difficile non pensare al discorso di Bagnasco in chiave politica. “Perché il dialogo non diventi una nebbia di parole – ha detto tra le varie cose il cardinale – deve rispettare alcune leggi: prima di tutto ci vuole la volontà di dialogare perché se la volontà è inquinata manca la voglia di ascoltarsi. Allora diventa un dialogo tra sordi, dove tutto è distorto e urlato nei toni e nelle parole”. A scanso di equivoci l’ecclesiastico ha aggiunto: “Questo vale soprattutto “per il mondo politico che è chiamato ad essere un punto di riferimento dell’arte del dialogo”. Quanto agli attori della politica, secondo il cardinale devono essere ispirati “da un pensiero onesto e dalla consapevolezza di rappresentare persone che vogliono guardare con fiducia a loro”.
Chi ha orecchie per intendere intenda. Diceva qualcuno che Bagnasco e Casini conoscono molto bene.