Per il Giornale di Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti sono “mantenuti” da Silvio Berlusconi. Mantenuti ed anche ingrati visto che non fanno altro che criticarlo ed attaccarlo. Sono Eugenio Scalfari, Concita De Gregorio, Fabio Fazio, Roberto Saviano, Gustavo Zagrebelsky e Roberto Benigni. Sono personaggi del mondo della cultura, dell’informazione e dello spettacolo. Personaggi che finiscono nel mirino del quotidiano milanese per le loro posizioni critiche nei confronti del presidente del Consiglio.
L’attacco, in apertura del Giornale di giovedì 21 ottobre, è a firma Tony Damascelli, giornalista che si occupa soprattutto di sport e finito, ai tempi dello scandalo Calciopoli, nell’occhio del ciclone per le sue conversazioni telefoniche con l’allora dirigente della Juventus Luciano Moggi.
La sostanza dell’attacco è nella definizione che Damascelli fa dei suoi bersagli, i “mantenuti da Berlusconi”. Detto in modo ancora più prosaico è una di sorta di esortazione a non sputare nel piatto dove si mangia. Quindi Roberto Saviano e Gustavo Zagrebelsky, uno autore Mondadori, l’altro Einaudi, non dovrebbero parlare così male del Cavaliere perché a lui devon0 buona parte delle loro fortune di popolarità ed economiche. Stesso identico discorso per l’attuale direttore dell’Unità, Concita De Gregorio, che sempre per Mondadori ha dato alle stampe più di un libro e per il direttore Eugenio Scalfari.
Quanto a Benigni, di recente al centro della polemica per il suo presunto cachet nella trasmissione “Vieni via con me” condotta da Fabio Fazio e Saviano, il suo diritto di critica, nell’idea di Damascelli, dovrebbe essere quantomeno stemperato dai soldi incassati dall’attore per il film “Pinocchio”, distribuito, nel 2002, dall’onnipresente Mondadori.
E Fazio? Il presentatore, esattamente come Paolo Rossi e Antonio Albanese, lavora grazie a un format, quello di “Vieni via con Me” appunto, che è di proprietà della Endemol. Ed Endemol, da qualche anno a questa parte, tanto per cambiare, vuol dire ancora una volta Silvio Berlusconi.
Damascelli e l’estensore del secondo articolo sul tema, Alessandro Gnocchi, non guardano però il rovescio della medaglia. Fazio, Scalfari, Zagrebelsky, la De Gregorio, Benigni e Saviano saranno pure tutti “mantenuti da Berlusconi. Eppure, forse, sarebbe anche il caso di chiedersi se e quanto è possibile, in questo Paese, lavorare in televisione, nel Cinema o nel campo dell’editoria senza essere, almeno di striscio, al libro paga del presidente del Consiglio.