Un’inarrestabile serie di gag sul caso Ruby e sulle dimissioni del premier Berlusconi. Roberto Benigni movimenta la serata di “Vieni via con me” con un lungo monologo finito poi con un pezzo dedicato alle proprietà del presidente del Consiglio. ”Premetto che i gossip sessuali sono spazzatura. Sono qui per parlare di politica”, ha esordito il premio Oscar. ”Se queste notizie venissero confermate, ma io non credo, figurati se e’ vero, dice che c’e’ un premier che e’ stato con una minorenne marocchina, ma per ragioni d’età non è stata resa nota l’identità del premier”.
Poi il dito nella piaga della crisi con l’appello a Berlusconi: ”Silvio, non ti dimettere, non dare retta a Fini, perche’ altrimenti ci rovini, non si lavora più. Santoro, Fazio, l’Unità , Repubblica non lavorano più. E poi Ghedini che fa, il solito film horror? Silvio, tieni duro, dai retta a me”. Salvo poi aggiungere, più avanti: ”Dimettiti… Non ne possiamo più”. Poi ancora su Ruby: ”Berlusconi ha detto che la vicenda è stata una vendetta dalla mafia. La mafia una volta ti ammazzava, ora invece ti manda due escort in bagno… Io ho il terrore di questo”. Poi, rivolto ai mafiosi: ”Siete delle bestie, vendicatevi di me, fate schifo: vi fornisco l’indirizzo del mio albergo a Milano”.
”Berlusconi dice che tutti ce l’hanno con lui, sono tutti di sinistra”, ha continuato Benigni. ”E poi c’è questa Costituzione che lo rovina: perciò ha mandato avanti Feltri e Sallusti, stanno dimostrando che la Costituzione è omosessuale”. Nel mirino di Benigni anche Emilio Fede: ”Da te non me l’aspettavo… Erano anni che lo dicevo, ma questo si prostituisce? Lo sfruttano? Emilio, rialza la testa, chi è sto magnacciaccio che ti sfrutta?”.
Il problema è che ”Berlusconi bisogna batterlo politicamente: la prossima volta – ha sottolineato Benigni, bisogna beccarlo con una minorenne del Pd, oppure con la Bindi. Rosy, sacrificati per il partito! Ti ci vedo proprio, con la chiappa del Pd, vai lì, gli gli dici che sei maggiorenne, poi se ti arresta la polizia, gli dici che sei la suocera di Zapatero o la nonna di Fidel Castro!”.
Poi un appello agli uomini più vicini al premier, come l’avvocato Ghedini o il ministro della Giustizia Alfano: ”Vedo la vostra fatica… Ma perchè non lo lasciate perdere, smettete dalla mattina alla sera di fare leggi per lui? Riposatevi! Potremmo andarcene insieme ad Antigua, o alle Antille, ma pure lì Silvio c’ha le case”.