ROMA-“Questo รจ il paese che amo…”. Era il 1994 e in nome dell’amore che portava all’Italia Silvio Berlusconi spiegava e annunciava la sua “discesa in campo”. Poi, per i diciassette anni successivi e per cento e cento volte di fila, Berlusconi ha narrato della passione che nutriva per il paese in cui era nato, con cui si identificava e che stava salvando. Per salvarlo, come prova e strumento d’amore, Berlusconi mostrรฒ e ragalรฒ al paese un “partito dell’amore” contrapposto ai foschi e cupi partiti di quelli che non amavano l’Italia e infatti la criticavano, denigravano, insomma i “comunisti” della sinistra italiana che non solo non cambiava mai ma era incapace di amore. E infatti chi erano quelli che “nei salotti e sulle terrazze romane”, poi pian piano anche nelle aziende e nelle universitร , mormoravano: “Se potessi me ne andrei dall’Italia..”? Chi erano quelli che si sentivano “stranieri in patria” e lo andavano anche a raccontare ai giornali stranieri che abboccavano? Chi erano quelli che lasciavano scappare, sotto forma di sconforto, la loro ostilitร se non “odio” per l’Italia, masticando tra i denti l’offesa: “E’ un paese di…”? Erano gli intellettualoidi e gli sfaticati, i politici di mestiere “che non sanno far altro nella vita”, erano, avrebbe detto Brunetta, “l’Italia peggiore”. Quella che non si rassegnava ad essere minoranza, quella che scomunicava l’elettorato e i suoi responsi. Questa la narrazione che per quindici anni abbondanti, Berlusconi e la destra italiana hanno fatto e diffuso. Non era tutta la veritร , solo la veritร e null’altro che la veritร , perรฒ un pizzico di veritร c’era.
Ma รจ proprio vero che la ruota gira e Silvio Berlusconi รจ in questi giorni in piena e conclamata delusione d’amore. Il “se potessi me ne andrei dall’Italia” lo ha mormorato tra i denti anche lui. Ha scoperto un’Italia matrigna e figliastra, un’Italia che non merita piรน il suo amore. E perchรฉ l’Italia non merita piรน di essere amata da Berlusconi? Perchรจ ha mostrato di non corrispondere piรน l’amore di cui il premier l’investiva. Lui, Berlusconi, l’Italia la ama. Ma questa risponde con “giornali che non si possono e debbono piรน leggere”, con una televisione pubblica che non gli mostra affetto, non tutta almeno. Con magistrati che niente meno indagano sugli amori del premier dimenticando il grande pubblico amore che lui nutre per il paese. Con presidenze della Repubblica, Corti costituzionali e “corporazioni parlamentari” che fanno ostacolo e dispetto. Ma tutto questo, per quanto doloroso, Berlusconi poteva sopportarlo, il suo amore per il paese era piรน forte delle male lingue e dei malpensanti, delle invidie e delle bugie. Fino a che Berlusconi non ha trovato l’Italia a letto con un altro, con gli altri: adulterio flagrante alle elezioni amministrative, addirittura restituzione dei regali del premier sotto forma di referendum votati e approvati nonostante i suoi amorevoli consigli.
Non ne puรฒ piรน Berlusconi di questo amore dove lui dร e l’Italia non dร piรน. Quello che รจ stato identificato, con il suo compiaciuto assenso, come “l’arcitaliano” ora dubita che l’Italia lo meriti, come fanno appunto gli amanti respinti. Non se ne andrร dall’Italia Berlusconi e neanche da Palazzo Chigi se non dopo l’ultimo rifiuto elettorale che รจ ancora di lร da venire. Il suo “se potessi me ne andrei” non รจ un programma e neanche una tentazione, รจ un sentimento. L’incanutito amante che alla fanciulla che sta per mollarlo riserva non la tenerezza per il bel tempo che fu e poi passa e va, ma il dolore per l’abbandono che sta per subire, dolore che gli fa dubitare e mormorare, per giustificare se stesso, che la ragazza in fondo sia una poco di buono. E cosรฌ l’incanutito amante, ogni incanutito amante, si espone al ridicolo che viene dalla rilettura di quando scriveva alla fanciulla: “Questo รจ il paese che amo”.
