Arcore, feste e verbali, ovviamente, non possono esaurire la lista degli uomini del presidente. Tenendo fuori la politica e rimanendo allo stesso tempo ben legati all’attualità una menzione la merita il dottor Alberto Zangrillo, medico personale di Berlusconi. La figura del dottore, responsabile di anestesia e rianimazione al San Raffaele (a due passi dalla dimora Olgettina), segue da vicino, sempre o quasi, quella del premier.
L’ ultimo esempio è l’operazione alla mandibola nei primi giorni di marzo 2011: l’intervento non è stato fatto al San Raffaele e non è stato eseguito da Zangrillo. Eppure, l’infaticabile medico era presente ed è lui, nella stessa serata, a rasserenare tutti sulle condizioni del Cavaliere: “Le condizioni del premier sono buone e soddisfacenti. L’umore del paziente è ottimo. L’intervento, dal punto di vista tecnico molto sofisticato, è avvenuto in microscopia, perché c’era il rischio di provocare danni al tessuto nervoso. Tutto è andato per il meglio e pensiamo potrà essere nuovamente al lavoro già da giovedì”.
Fin qui, siamo nella norma: il medico personale che segue il paziente in un decorso post operatorio. Zangrillo, però, sembra occuparsi anche di una curiosa forma di “medicina preventiva”: va in giro per l’Italia e contesta chi, a parole, potrebbe nuocere alla salute del premier. Basta fare un piccolo salto indietro e andare a Monte, frazione di Rovagnate, cinquecento abitanti nella Brianza lecchese, anno del Signore 2009. Paese a un tiro di schioppo da Missaglia, il luogo dove Zangrillo, tra un’anestesia e l’altra, fa il consigliere comunale. Eletto, superfluo dirlo, nelle fila di una lista civica legata a fu Forza Italia ora Pdl.
Siamo a fine luglio, fa già caldo di suo, e il clima politico è reso ancor più caldo dall’Afghanistan: il 14 luglio, infatti, viene ucciso da un ordigno l’ennesimo militare italiano in missione, il caporal maggiore Alessandro Di Lisio. Tutti o quasi esprimono la consueta commozione istituzionale, più o meno sentita. A Monte, però, c’è un prete che sembra pensarla diversamente: omelia dopo omelia, tra un video su YouTube e un post arrabbiato sul suo sito, don Giorgio tuona contro la guerra, contro chi manda i soldati e anche contro i soldati che ci vanno come volontari. Soprattutto Don Giorgio che dimostra di padroneggiare come pochi altri uomini di chiesa le nuove tecnologie, ha un suo sito internet dove oltre a immettere i video delle sue omelie, raccoglie firme contro Berlusconi (in questi giorni ci sono sia la petizione per le dimissioni del premier, sia quella per l’election day).
La notizia delle prediche “talebane” e anti-premier di Don Giorgio arriva alle orecchie del consigliere medico Zangrillo che, una domenica di fine luglio, si presenta in chiesa: ascolta la Messa (anche se alcuni testimoni lo danno sempre al telefonino durante la celebrazione) e poi, al momento della comunione si avvicina all’altare. Il dottore del corpo (di Berlusconi) e quello delle anime (rosse) si guardano per qualche secondo. Poi don Giorgio porge l’eucaristia a Zangrillo che, sdegnato la rifiuta e gli dice a voce alta: “Sei un terrorista!”, quindi gira i tacchi e se ne va. Facile immaginare le reazioni dei fedeli in chiesa: avranno pensato a uno squilibrato, a un colpo di calore. Invece no, era un medico. Anzi il medico di Silvio Berlusconi. Uno dei più preziosi tra gli uomini del presidente.
