Nonostante ostenti ottimismo, il Natale di Silvio Berlusconi resta contrassegnato dai dubbi sulla durata dell’esecutivo. Chiuso ad Arcore, il presidente del Consiglio si è concesso qualche giorno con i familiari e gli amici. Senza interrompere i contatti con i dirigenti del partito e i membri del governo a lui più vicini. Il ‘corteggiamento’ dei deputati ”delusi dai loro leader”, come li ha definiti lo stesso Cavaliere, è stato per evidenti ragioni rinviato a dopo le feste. Ma non sarà un’impresa semplice: per raggiungere quota 325, obiettivo annunciato durante la conferenza stampa di fine anno, il premier dovrà convincere una decina di parlamentari.
Ma la frana che molti, Berlusconi in testa, si attendevano dentro il gruppo dei finiani al momento non si è verificata. Così, al momento, nessuno sembra intenzionato a seguire Silvano Moffa, Maria Grazia Siliquini e Catia Polidori. Per non parlare del fatto che l’articolo di Maurizio Belpietro sul presunto finto attentato contro Gianfranco Fini rischia di ricompattarli ancor di piu’. Inoltre il gruppo di responsabilità, che avrebbe dovuto riunire una ventina di deputati attualmente nel ‘misto’, stenta a vedere la luce. Anche per la mancanza di un leader riconosciuto al suo interno.
Ai problemi ‘esterni’ si aggiungono poi le grane interne al partito e al governo. Sul primo fronte, resta aperto il ‘nodo’ Stefania Prestigiacomo. ”In questo Pdl mi sento sempre più a disagio”, è la denuncia del ministro dell’Ambiente. Nessuna intenzione di dimettersi, precisa, ma neanche di desistere. Anzi, nonostante le rassicurazioni del Cavaliere (per il quale il caso era ”chiuso”) la Prestigiacomo rilancia chiedendo a Berlusconi di intervenire ”nel partito” per dare più spazio ai giovani e nel governo per frenare i tagli di bilancio. Parole che dimostrano come l’insofferenza verso Giulio Tremonti, già emersa in passato, rischi di esplodere ancora. Il tema dei rapporti con il ministro dell’Economia tocca anche Sandro Bondi che descrivono sempre più insofferente per il rigore di via XX settembre, tanto da essere pronto a lasciare l’incarico.
Voci mai smentite dal diretto interessato che con un passo indietro potrebbe anche disinnescare la mina del voto di sfiducia in programma in Parlamento. Altrettanto difficili gli equilibri dentro la maggioranza. Berlusconi ripete che il rapporto con Umberto Bossi resta solido. Cosa di cui, nel Pdl, nessuno dubita. Il problema, almeno stando alle voci che circolano a via dell’Umiltà, è che il Carroccio non è più monolitico come un tempo. ”Maroni e Calderoli giocano una loro partita che non sempre è quella del leader”, spiega uno dei consiglieri del Cavaliere. E molti si chiedono fino a quando il Senatur riuscirà a frenare il pressing dei due ministri per il voto anticipato. Autonomia che le stesse fonti vedono confermata nella proposta di Calderoli al Pd: voti il federalismo in cambio di una nuova legge elettorale.
In questa partita si inserisce anche Tremonti, che resta un interlocutore privilegiato dei vertici leghisti. Il sospetto di diversi dentro il Pdl e’ che il ‘professore’ (per alcuni dato ad Arcore oggi, anche se pare che l’incontro sia in settimana) abbia come vero obiettivo le urne. Con la segreta speranza, dicono i maligni, che uno ‘stallo’ in Senato lo porti a palazzo Chigi. Ricostruzioni smentite dagli uomini vicini a Tremonti che confermano massima fedelta’ al Cavaliere. Ma la richiesta di maggiori fondi per forze dell’ordine, cultura ed editoria – ribadita oggi da Fabrizio Cicchitto – sembra confermare il disagio crescente verso il rigorismo tremontiano. A questo quadro già complesso si aggiunge un’altra partita altrettanto complicata per i destini del governo: la trattativa con l’Udc. Come hanno fatto chiaramente capire Bondi (che invita Pier Ferdinando Casini ad optare per l’appoggio esterno) e Cicchitto (che insiste sulla necessità di dialogare coi centristi) Berlusconi non sembra aver rinunciato al tentativo di sostituire i voti futuristi con quelli dell’Udc. Ma il ‘no’ di Casini e il veto leghista, al momento, appaiono ostacoli insormontabili.
