Voto lontano e federalismo sempre più vicino. Silvio Berlusconi scongiura il ‘pericolo’ elezioni, almeno per ora, e annuncia per marzo la legge sul federalismo. Per lui “il voto sarebbe un guaio. Con la crisi sarebbe facile formare un governo tecnico”. Anzi, il Cavaliere sembra proprio pronto ad andare avanti fino al 2013. Poi nella sua conferenza a sorpresa a Palazzo Chigi il premier snocciola l’ordine dei punti cardine del suo programma su cui ha giĆ incassato la fiducia in Parlamento: cinque punti per cinque consigli dei ministri. Si partirĆ con il federalismo e si finirĆ con il fisco, seconda la giustizia seguita da Sud e sicurezza.
Il Consiglio dei ministri convocato per domani mattina, “ĆØ il primo del Cdm con cui il governo darĆ attuazione concreta ai cinque punti del programma. Finiremo con la riforma tributaria che si prolungherĆ nel tempo perchĆ© il sistema italiano ha le sue radici negli anni ’70 e il percorso non potrĆ esaurirsi in pochi interventi”.
Al premier sta a cuore la tenuta del governo e non sembra volere mollare le redini del Paese, annuncia anche la lealtĆ dei finiani: “Non c’ĆØ nessuno che vuole andare a casa, si chiederebbe da parte dell’opposizione un governo tecnico che sarebbe facile formare” essendo disponibili in caso di caduta dell’esecutivo più di 60 posti di governo. “Vogliamo lavorare su cose concrete, la legislatura andrĆ fino in fondo”. Ma a spingere per il voto anticipato era stato il leader della Lega, Umberto Bossi: “Bossi bisogna essere capace di intepretarlo ed io ho la chiave interpretativa…”. E sui finiani: “Conosco un numero importante di persone che sono state messe in lista da Gianfranco Fini e che hanno ritenuto di seguirlo, che per nulla al mondo farebbero mancare il loro voto a questo governo e a questa maggioranza”. Quello sulla lealtĆ del gruppo di Fli, ĆØ un ”dibattito che non mi ha toccato” perchĆ© ho avuto ”rassicurazioni da parte del loro coordinatore che ci sarebbe stata assoluta lealtĆ ” e di questo ho parlato anche con il capogruppo del Senato” che mi ha confermato che ”tutto ciò che fa parte del programma del governo avrĆ un sostegno assoluto” da parte del gruppo di Fli.
Per quanto riguarda la riforma fiscale Berlusconi indica le due direzioni: quoziente familiare e riduzione dell’Irap nei confronti delle piccoli e medie imprese. Le risorse che saranno risparmiate con l’attuazione del federalismo fiscale servirĆ a ridurre la pressione fiscale. Il federalismo, dice il premier, “Non deve comportare spese per lo stato”: “l’evasione in Italia ammonta a 100 miliardi di euro che non entrano nelle casse dello Stato e che rappresentano il 40% dell’economia. Questo ĆØ un fenomeno su cui possiamo sperare di avere dei risultati”, con l’attuazione del federalismo. “Questo risparmioĀ dovrĆ tradursi in una riduzione della pressione fiscale complessiva, nella direzione del quoziente familiare”.
Il piano per il Sud sarĆ presentato “al quarto Cdm di quelli destinati all’approvazione dei cinque punti”. “Io non rispondo a nessun invito di Bersani. Bersani non ĆØ titolato ad invitare, noi comunque giĆ ci siamo interessati del caso dei rifiuti in Campania”.
Il capitolo Mezzogiorno non può non riguardare quello dei rifiuti, per Berlusconi il servizio raccolta non funziona: “la responsabilitĆ ĆØ del sindaco di Napoli”. “Il problema ĆØ comunque risolto al 95%”, aggiunge, “il termovalorizzatore di Acerra non ĆØ sufficiente anche se funziona benissimo”, dice ancora il Cavaliere. Altri impianti saranno realizzati in Sicilia e nel Lazio. Berlusconi dice inoltre di aver parlato ieri con il primo cittadino di Salerno, Vincenzo De Luca, “a lui – riferisce – verrĆ data la responsabilitĆ della gara di appalto per il termovalorizzatore” che dovrĆ Ā essere costruito.
Il premier riferisce della situazione di Terzigno e dei miasmi causati dai rifiuti: “Ho parlato con Bertolaso. La situazione sarĆ portata alla normalitĆ attraverso un apposito trattamento dei rifiuti. I comuni della zona chiedono compensazioni, io ho parlato con il ministro Tremonti per chiedere i fondi”. “Appena Tremonti mi darĆ il via mi recherò in Campania per incontrare i sindaci. Noi non possiamo crescere come gli altri paesi per le ereditĆ dei governi precedenti”.
Secondo Berlusconi i motivi per cui l’Italia non può crescere come i paesi concorrenti e data da vari fattori: “Dal debito al costo dell’energia che paghiamo dal 30 al 50% in piu’ di altri paesi con cui ci confrontiamo, dal costo eccessivo della burocrazia, alle infrastrutture carenti fino ai tempi della giustizia civile lentissima”. “Non pretendiamo di crescere come gli altri paesi che non sono gravati da questi pesi e di questi fardelli”.
