Non ci sarà il faccia a faccia televisivo tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il leader del Partito Democratico Pier Luigi Bersani. Berlusconi, infatti, ha detto no. Il gran rifiuto viene dalla “rossa” Bologna, dove il premier è intervenuto nella tarda mattinata di domenica 21 marzo per sostenere la candidatura di Anna Maria Bernini alle prossime Elezioni Regionali. Il presidente del Consiglio ha trascorso una domenica in trasferta, in due regioni “ostili” come la Toscana e l’Emilia Romagna, ha incassato il mancato sorpasso del suo Milan con un laconico “Ahi, peccato” ma non ha rinunciato ad andare all’attacco.
Berlusconi si sottrae al faccia a faccia perchè “non gli sembra il momento opportuno” e perchè «le dichiarazioni quotidiane di Bersani nei miei confronti ci hanno fatto perdere la fiducia che si possa arrivare a un interscambio produttivo basato sulla realtà». Ma la scelta di non misurarsi con Bersani viene letta dall’opposizione come un segno di timore e debolezza. Immediato il commento del leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro che definisce il presidente del Consiglio “Un dittatore al crepuscolo”.
Per il Pd replica il vicesegretario Enrico Letta secondo cui, con il rifiuto «Berlusconi getta la maschera. È amore non volere un confronto col proprio contendente politico? O forse non è la massima espressione di odio? Ci ripensi. Ne guadagnerà l’Italia e si raddrizzerà questa sua sinora infelice campagna elettorale».
La maggioranza affida la replica a Paolo Bonaiuti secondo cui «farebbe comodo al povero Bersani prendersi di riflesso un minimo dell’enorme popolarità di Berlusconi con un confronto in tv. Ma come può la sinistra chiedere il dialogo quando ricorre al linguaggio e agli insulti dei più estremisti».
Berlusconi, domenica, ha giocato in trasferta, prima a Bologna, subito dopo a Firenze. Un pomeriggio speso in due città che più “rosse” non si può a sostenere candidati che, numeri alla mano, hanno possibilità prossime allo zero di vincere le elezioni. A Firenze il premier si è preso anche qualche insulto da un gruppo di contestatori ma, non per questo, ha abbassato il profilo dello scontro. Anche in Toscana, infatti, Berlusconi ha giocato in attacco. Obiettivi delle accuse del premier sono stati il “malgoverno della sinistra” l’Udc, e, come al solito, i magistrati.
Dal palco di Firenze il premier ha detto che «In questo momento in Italia la sovranità appartiene a Magistratura Democratica». Quindi un affondo anche contro le intercettazioni telefoniche definite «inidonee ad essere considerate mezzi di prova». A Bologna, invece, il premier aveva puntato il dito contro l’assenza di alternanza di governo nella Regione. Per Berlusconi la situazione è «contraria alle democrazie occidentali» perchè manca «il patto fondamentale dell’alternanza degli uomini che è un fatto imprescindibile per un servizio ben dato al cittadino». Vale anche per la Lombardia e il Veneto?