Scrive l’articolo di giornale stampato il giorno dopo che: “E’ finita, il vascello fantasma naviga ormai alla deriva. Senza un nocchiero, senza una rotta, senza una meta…Quella che fu l’Invincibile Armada berlusconiana, amputata della componente finiana, non ha più i numeri per governare”. Vero, ma è solo, purtroppo mezza verità. L’articolo parla di “anime morte che vagano per lo Stige”. E qui la mezza verità si trasforma in abbaglio, miraggio. Il “Vascello” berlusconiano non è fantasma, è abbandonato. Il suo equipaggio e il suo capitano sono già saltati, stanno già saltando su un’altra nave: quella del quarto Berlusconi.
E il quarto Berlusconi è quello che, sarà novembre, marzo o maggio, chiederà voti agli italiani per fare piazza pulita della Costituzione, della democrazia parlamentare così come finora l’abbiamo conosciuta, dei limiti e dei controlli al potere dell’Eletto. Voti che otterrà, quasi sicuramente in misura tale da vincere. La mezza verità della fine del terzo Berlusconi consola e rinfranca l’estensore dell’articolo. Consolazione e soddisfazione che gli velano la vista all’arrivo del quarto Berlusconi. Fosse solo un articolista…A un giornalista non è obbligatorio chiedere una visione che non sia solo “orizzontale”, un giornalista in fondo è chiamato a fotografare l’istantanea della quotidianità . Ma sguardo piatto e orizzontale hanno, e non dovrebbero per mestiere e competenza avere, gli uomini e le donne dei partiti dell’opposizione. Questi dovrebbero vedere e sapere, d’istinto e di ragione, che il quarto Berlusconi sarà molto più “definitivo” del terzo e di quelli che sono venuti prima. Dovrebbero sapere che non “anima morta” è la destra populista, plebiscitaria, anti Stato. E che invece è ancora, ancora più di prima, l’anima profonda dell’elettorato italiano.
Dovrebbero saperlo e, invece di contemplare con magro e miope sollazzo il naufragio del terzo vascello berlusconiano, dovrebbero tentare di impedire il trasbordo sul quarto vascello, non più galeone pirata ma portaerei d’attacco. Dovrebbero allestire una flotta di contrasto, un blocco navale. Dovrebbero essere flotta e non flottiglia elettorale. Smetterla di vole difendere gli indifendibili “porti” della spesa pubblica sempre e comunque. Smetterla di mettere in mare l’antico sommergibile delle tasse, smetterla di specchiarsi nella piccola pozza di un articolo che celebra ed esalta una sconfitta parlamentare dell’avversario.
Quando si voterà, per vincere contro Berlusconi occorrerà qualcuno e qualcosa che raccolga alla Camera più del 35 per cento del voti. Almeno più del 35 per cento. Chi non ha chiaro questo obiettivo in testa, chi non sacrifica tutto a questo obiettivo, non solo le elezioni le perde ma al quarto Berlusconi, al suo sbarco fa da passerella. Quando si voterà, per vincere contro Berlusconi occorrerà che nel voto per il Senato ci sia qualcuno o qualcosa “terzo” che prenda tra il 10 e il 20 per cento dei voti. Al Senato la legge elettorale prevede un premio di maggioranza regionale. Cioè chi arriva primo prende tot seggi, i secondi spartiscono il resto dei seggi. Ma se il “secondo” è uno solo, questo secondo prende tutti i seggi non della maggioranza. Significa che ci vuole un terzo concorrente, uno e non più di uno. Altrimenti il quarto Berlusconi è certezza. Chi non lo capisce, chi ostacola, osteggia, disdegna questo terzo concorrente fa da faro allo sbarco del quarto Berlusconi. In rada oggi c’è una vascello con le vele sgonfie e il timone rotto: è il terzo Berlusconi. All’orizzonte c’è una nave di ferro, acciaio e cannoni: il quarto Berlusconi. Alzare lo sguardo e vederlo non è bloccarlo, tanto meno affondarlo. Ma almeno vederlo sarebbe la verità, tutta la verità della crisi politica dell’anno, non è per nulla detto di grazia, 2010-2011.
