O fiducia sul programma presentato dal Pdl oppure elezioni subito, già a dicembre. O una maggioranza “non risicata”, l’avvertimento è tutto per i finiani, decide di approvare e condividere i punti pensati dal Pdl oppure è crisi di governo. E tutti attenti: sul programma non ci saranno “trattative”. Ma quali sono i punti? Tra tutti immunità per le alte cariche dello Stato, processo breve, intercettazioni, federalismo fiscale. Il guanto della sfida ai finiani è stato lanciato. Ora sta a loro decidere il da farsi. Il Pdl intanto mette nero su bianco le sue richieste in un documento di dieci pagine prodotto a seguito di una lunghissima riunione a palazzo Grazioli e che ora sarà sottoposto alla fiducia del Parlamento.
A presentare il programma alla stampa è Silvio Berlusconi e il suo discorso appare subito chiaro. Ha una premessa: la legge elettorale vigente non si tocca e “non è giustificabile un governo di sconfitti”. Ha una ragion d’essere: tentare di ricompattare la maggioranza. Ma ha una condizione di difficile realizzazione: o così o si va alle urne. Ovvero: se questo programma in dieci pagine non dovesse ottenere la fiducia del Parlamento (e quindi dei finiani) si va alle urne subito, anche a dicembre, come auspicato da Umberto Bossi. Una fiducia, però, che il Cavaliere si aspetta sia “non risicata”, altrimenti basta, si torna alle urne. Con una tranquillità, dice Berlusconi, che “i sondaggi dicono che una maggioranza formata da Pdl, Lega e forse qualche altra formazione politica, raggiungerebbero il 50% dei voti”.
“Il vertice del Pdl dà mandato ai capigruppo di Camera e Senato – questa la sintesi del documento presentato ai cronisti da Berlusconi – di presentare al Parlamento la mozione” con cui il governo chiede la fiducia. Poi dice: “siamo pronti alle elezioni se questo programma non avrà la fiducia. Ma dai sondaggi sappiamo che avremmo un grande risultato. E la maggioranza formata da noi, dalla Lega e probabilmente da altre formazioni politiche, supereremo anche il 50%”.
Spiega i punti del programma, Berlusconi, ma non manca di difendere la legge elettorale ribattezzata “porcellum” che permette “agli elettori di scegliere il primo ministro, le alleanze e il programma”. “Questa novità – dice Berlusconi – non può essere cancellata. Tantomeno non si può indulgere sul fatto che minoranze militanti della magistratura tentato di fare dal’94: abbattere il governo legittimo della Repubblica, in nome di una presunta superiorita’ morale, attraverso sentenze ispirate da teoremi politici anziche’ da un’autentica esigenza di giustizia”. Il premier non vuole invece parlare di Fini e dei finiani e smentisce anche le notizie secondo cui avrebbe tentato di “riconquistare” i finiani. Allo stesso modo il premier smentisce che derivi da lui la campagna stampa contro Gianfranco Fini.
Ecco i punti illustrati da Berlusconi. “Punto primo: il federalismo fiscale – dice Berlusconi – La spesa storica verrà calcolata su costi standard. Gli italiani avranno servizi uguali con spesa uguali. Gli enti locali godranno di maggior autonomia fiscale”. E la riforma del federalismo fiscale, precisa il premier, “non comporterà assolutamente maggiori costi”, anzi, ”la pressione fiscale è destinata progressivamente a dimuinire”.
“Si sta rivoluzionando il sistema dei trasferimenti delle risorse pubbliche – aggiunge – tra lo Stato e gli enti locali. Il nuovo sistema non sara’ piu’ basato sulla spesa storia dei vari servizi, facendo obbligo allo Stato di pagare a pie’ di lista tutte le spese e gli sprechi, ma sui costi standard ritenuti necessari per fornire ai cittadini i servizi fondamentali, a cominciare dalla sanità”. Il documento spiega poi che ”i comuni saranno coinvolti nell’accertamento dei redditi dei contribuenti per combattere l’evasione fiscale. Gli amministratori saranno costretti a operare con maggiore trasparenza e a dare conto ai loro amministrati di come spendono i soldi delle imposte”. ”Gli enti locali godranno di una maggiore autonomia fiscale – si legge ancora nel documento – la cedolare secca sugli affitti, appena introdotta con uno dei primi decreti attuativi, risponde appunto a questa impostazione
“Punto due: fisco – dice Berlusconi – L’obiettivo della maggioranza di governo sarà quello di ridurre e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale che è praticamente rimasto invariato fin dalla lontana riforma dei primi anni Settanta. Il governo intende pervenire, senza creare un maggiore deficit, entro la legislatura al varo di norme che consentano una graduale riduzione della pressione fiscale complessiva, apportando cosi’ un beneficio alle imprese e alle famiglie”.
“Terzo punto: il sud. Il governo – dice Berlusconi – intende portare all’approvazione del Parlamento un piano per il Sud che farà perno su una serie di interventi” e tra gli interventi citati nel documento figurano la creazione di una Banca del Sud, “per il finanziamento delle piccole realta’ imprenditoriali”, i fondi europei ”concentrati su grandi iniziative strategiche” e il ponte sullo Stretto. Berlusconi ricorda poi che con i suoi governi ”sono stati cantierati e affidati interventi per oltre 5,8 miliardi di euro mentre si va verso il completamento della Salerno-Reggio Calabria”. Tra gli interventi citati da Berlusconi a favore del Mezzogiorno, e contenuti nel documento programmatico, ci sono anche ”le zone franche urbane per le nuove imprese e per combattere la disoccupazione” e il federalismo fiscale, ”per mettere il Sud alla pari del Nord”. Il punto dedicato al Mezzogiorno ricorda infine che ”dal 2002 al 2009, nonostante due anni di blocco del governo Prodi, su un valore di opere approvate dal Cipe e’ gia’ cantierate o affidate, pari a circa 68 miliardi di euro, sono stati triplicati gli interventi ubicati nel Mezzogiorno'”.
“Quarto punto: la giustizia – prosegue il premier – Molti i successi del governo come la normativa sullo stalking, la digitalizzazione della banca della giustizia. Intendiamo attuare una riforma complessiva della giustizia realizzando finalmente il giusto processo anche approvando il disegno di legge già presentato al Senato. Si rende necessario anche per via costituzionale una riforma della disciplina dei magistrati e un intervento sul Csm con una riforma costituzionale allo scopo di avere due organismi separati per la magistratura. Approveremo – assicura il Cavaliere – una legge a tutela delle alte cariche istituzionali, già ora al Senato e che verrà approvata in tempi celeri anche alla Camera. Inoltre approveremo anche la legge per la ragionevole durata del processo. E si dovrà anche approvare la legge sulle intercettazioni”.
Proprio sulle intercettazioni Berlusconi puntualizza: ”Sulle intercettazioni ci ritorneremo perché con questa legge, che forse sottoporremo al voto del Parlamento, il problema delle intercettazioni non si è risolto affatto”. Il premier sottolinea che le sue riserve sul testo sono nate per ”gli ultimi emendamenti di chiara provenienza dell’Associazione nazionale magistrati che avevano nullificato le garanzie dei cittadini”.
Quinto e ultimo punto: la sicurezza. Berlusconi promette una “lotta senza tregua alla criminalità organizzata” e sull’immigrazione dice: “intediamo procedere sulla strada già percorsa che ha dato grandi successi”.