Chiuso ad Arcore, Silvio Berlusconi mantiene la linea scelta nei giorni scorsi. Nessuna replica o commento ufficiale all’intervento con cui Gianfranco Fini ha detto la sua verita’ sulla casa di Montecarlo. Il Cavaliere preferisce tacere affidando le risposte ai maggiorenti del Pdl. E l’ordine di scuderia impartito dallo stato maggiore del Popolo della Liberta’ e’ chiaro: mantenere il piu’ possibile i toni bassi e lasciare che siano eventualmente i finiani a rialzare il livello dello scontro. Fini, e’ il ragionamento, ormai e’ indebolito.
Un’oggettiva difficolta’, spiegano (e sperano), che ha ricadute anche all’interno dei suoi gruppi parlamentari dove non si nasconderebbero piu’ i mal di pancia per la situazione venutasi a creare a causa dell’affaire Montecarlo. Ed e’ proprio alle eventuali defezioni che si avrebbero nel gruppo di Fli che guardano i pontieri del Pdl in caso di rottura definitiva. Ecco perche’ i commenti alle parole del presidente della Camera sembrano fatti con lo stampino e soprattutto dosati nelle parole. Sulla casa di Montecarlo Fabrizio Cicchitto ad esempio parla di ”parziale autocritica” mentre Maurizio Gasparri sottolinea come ”alcune ammissioni potevano essere fatte prima”.
Entrambi i capigruppo pero’ raccolgono l’invito al confronto: ”Rimbocchiamoci le maniche – dice ad esempio il capogruppo del Pdl al Senato – per continuare il mandato degli elettori”. Abbassare dunque la tensione, almeno ufficialmente. In privato pero’ nessuno e’ pronto a scommettere che su una conclusione a lieto fine. I rapporti tra Fini e Berlusconi sono ormai irrecuperabili, e’ la convinzione del Pdl, impossibile che i due si siedano insieme ad un tavolo per riallacciare un minino di dialogo. Per il momento pero’ le bocce restano ferme. Salvo sorprese da domani, l’attenzione sara’ tutta rivolta alle Aule parlamentari e all’appuntamento clou del 29 quando Berlusconi prendera’ la parola alla Camera. Il testo del discorso e’ in lavorazione ed al momento il filo conduttore dell’intervento resta quello dell’istituzionalita’. Faro’ un discorso rivolto al Paese, continua a ripetere il Cavaliere ai suoi fedelissimi, per coinvolgere tutti coloro che hanno senso di responsabilita’.
Un intervento, quello del capo del governo, che dovrebbe essere accompagnato da una mozione presentata dalla maggioranza da mettere ai voti. Queste sono le intenzioni, anche se, la strategia vera e propria sara’ messa a punto probabilmente in una riunione che il Cavaliere terra’ con i vertici del partito prima di mercoledi’. Un passo alla volta dunque, anche se l’attenzione del premier e’ gia’ rivolta al dopo.
Se infatti sul discorso del Cavaliere non ci dovrebbero essere problemi di tenuta numerica (l’obiettivo resta quello di avere piu’ voti di quelli dell’attuale maggioranza),le incognite si aprono sui singoli provvedimenti, in particolare quelli legati alla giustizia dal processo breve al disegno di legge sulle intercettazioni, se come ha annunciato lo stesso Berlusconi, il testo sara’ ripresentato.
E sulla giustizia, nel caso non ci fossero sorprese prima, potrebbe consumarsi lo scontro finale tra Pdl e finiani. In quel caso l’unica strada per il Cavaliere resta una sola: le elezioni. ”Il governo non intende galleggiare” mette in chiaro il ministro della Giustizia Angelino Alfano aggiunge: ”Siamo stati chiamati per fare le riforme. Se dobbiamo stare al governo per fare chiacchiere, allora credo che sia meglio tornare al voto”.