Si aggrava la posizione del “fronte della sfiducia” che inizia a perdere adesioni. I calcoli ufficiali dicono che l’esistenza del governo è appesa a un filo: tutto si dovrebbe giocare su sette voti incerti, tre di deputate incinte e quattro di deputati indecisi. La situazione, però, cambia di ora in ora. E iniziano le prime defezioni anche in area finiana.
La posizione ufficiale del partito di Gianfranco Fini è votare la sfiducia al governo ma la posizione definitiva si deciderà solo questa sera durante il vertice di partito. Fli, però, rischia di essere meno compatto del previsto. In particolare sono due “colombe” a tentennare: Maria Grazia Siliquini e Silvano Moffa. La Siliquini, in particolare, esprime in una nota “pieno sostegno a Moffa e alla sua azione” e annuncia che “non parteciperò questa sera alla riunione dei parlamentari di Fli” mentre “chiederò oggi a Moffa di riunire i firmatari del documento (che sono stati sei, ndr) per giungere ad una posizione comune nell’imminente voto di fiducia”.
Un’altra defezione arriva da un altro finiano, Gianpiero Catone che ha già deciso di votare la fiducia anche se sottolinea “Non tornerò nel Pdl”. “Voterò la fiducia per una serie di motivi  – dice – È giusto per l’Italia, è giusto non mandare il paese in crisi in un momento in cui l’Europa ci sta a guardare e deve sottoscrivere i nostri titoli di Stato”.
Poi Catone annuncia: ”Se la decisione del Fli di passare all’opposizione verrà confermata stasera dalla riunione del Gruppo, io lascerò il partito di Fini e passerò al gruppo misto”. L’ex democristiano ha chiesto anche che l’assemblea del gruppo di questa sera lasci liberta’ di voto sulla fiducia, come pure liberta’ di pensiero e di confronto.
Catone ha annunciato la fondazione di un’associazione politica ”La discussione”, si richiama proprio al settimanale Scudo crociato. Il suo compito dovrebbe essere quello di ”creare un’aggregazione politica che metta insieme il mondo dei cattolici e delle associazioni impegnate nel sociale”. Quanto a Gianfranco Fini ha riferito di aver avuto un mese fa un lungo colloquio nel quale il presidente della Camera non si e’ detto convinto delle argomentazioni di Catone, ma ha accettato comunque le sue decisioni.
Duro il giudizio del parlamentare su Fini: ”E’ prigioniero dei suoi tenente colonnelli”. Sul piano politico l’ex democristiano che si definisce ”non pentito” ha sottolineato di aver aderito all’inizio al Fli ”per animare una critica costruttiva all’interno del centrodestra e dar voce anche al mondo dei cattolici”. ”Nel Fli – ha concluso Catone – ho ritrovato invece un Pdl in piccolo, con l’impossibilita’ di un confronto su qualsiasi argomento e neppure di dar vita alle correnti che sono a mio avviso il sale della politica”.