
ROMA – Saverio Romano ministro dell’Agricoltura, Sandro Bondi che lascia i Beni Culturali, Giancarlo Galan che trasloca da Agricoltura alla Cultura e Silvio Berlusconi davanti a Giorgio Napolitano: la ricetta del mini-rimpasto al governo è questa.
Il presidente del Consiglio fra accelerate e frenate dovute alle beghe giudiziarie di Romano, finalmente è riuscito a salire al Quirinale per calmare le acque e tranquillizzare gli animi irrequieti tra i responsabili in Parlamento.
All’origine dei problemi su Romano e dei dubbi del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ci sono le inchieste giudiziarie che lo coinvolgono: una per concorso in associazione mafiosa, l’altra per corruzione aggravata dall’avere agevolato la mafia. Il gip Giuliano Castiglia non ha accolto la richiesta di archiviazione dell’indagine per concorso in associazione mafiosa. “E’ legittimo”, aveva commentato Romano. Che però sul fronte politico punta il dito contro le “dietrologie e i veleni, del tutto destituiti di fondamento, a proposito del presunto rallentamento” della sua nomina a ministro.
E poi c’è l’addio di Bondi. Se ne va, dà il suo addio il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi dopo essere stato attaccato per il crollo a Pompei e i favoritismi al figlio della compagna. Non è lui però a fare l’annuncio ufficiale: “Ha confermato le dimissioni che aveva già dato, mi dispiace”, ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Parlando del reintegro dei fondi per la cultura e lo spettacolo, Gianni Letta ha sottolineato: “Mi dispiace che sia l’ultimo atto del ministro Bondi come ministro per i Beni culturali. Ha confermato le dimissioni che aveva già dato”.
Letta ha dunque riferito che “il Consiglio dei ministri ha tributato al ministro Bondi, applausi, una calda affettuosa di testimonianza di apprezzamento, stima, plauso. Nella lettera – ha proseguito Letta riferendosi al messaggio di Bondi che ha confermato le dimissione – riafferma la passione con la quale ha svolto il suo incarico”. Il sottosegretario alla presidenza ha poi espresso “rammarico per le ingiuste accuse che lui ha sopportato con grande dignità caricando il peso sulle sue spalle mentre i problemi non sono mai derivati dalla volontà dal ministro Bondi ma da un complesso di fattori” per i quali il governo nel suo insieme portava la sua responsabilità.
Il gruppo di Iniziativa responsabile punta ad avere nel governo i rappresentanti delle sue varie anime: oltre alla promozione di Romano all’Agricoltura, si parla di un “pacchetto” di sottosegretari e di un posto di viceministro (tra i papabili c’è Massimo Calearo per la delega con il Commercio con l’estero).
”Per quanto mi riguarda, insieme all’amarezza per i miei ripetuti appelli inascoltati, con il risultato, oggi, di ricondurre tutto ad un problema di risorse pubbliche azzerando l’impianto riformatore da me avviato, rimane la soddisfazione per un risultato comunque raggiunto, che consentira’ al nuovo ministro di lavorare con la necessaria tranquillità”, ha commentato Bondi.
Il Colle ha dato l’ok alla nomina di Saverio Romano, ma esorta a chiarire la sua posizione. ”Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal momento in cui gli è stata prospettata la nomina dell’on. Romano a ministro dell’Agricoltura, ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni”: è quanto si legge in una nota del Quirinale. ”Essendo risultato che il giudice delle indagini preliminari non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Palermo, e che sono previste sue decisione nelle prossime settimane, il capo dello Stato – si legge ancora nella nota – ha espresso riserve sull’ipotesi di nomina dal punto di vista dell’opportunita’ politico-istituzionali”.
” A seguito, dell’odierna formalizzazione della proposta da parte del presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica ha proceduto alla nomina non ravvisando impedimenti giuridico-formali che ne giustificassero un diniego. Egli ha in pari tempo auspicato – conclude – che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l’effettiva posizione del ministro”.
Romano: notizie inesatte. Saverio Romano, si dice ”dispiaciuto” per la nota ”inesatta” del Quirinale diffusa dopo il suo giuramento a ministro delle Politiche agricole. ”A mio avviso quella nota – spiega ai cronisti in Transatlantico a Montecitorio – non riflette il pensiero del capo dello Stato, che e’ stato augurale nei miei confronti e dal quale ho avuto un’ottima accoglienza”. ”Inoltre – aggiunge il neoministro – purtroppo la nota e’ anche inesatta: perche’ non sono imputato ma solo indagato e c’e’ una richiesta di archiviazione nei miei confronti. Tutti possiamo sbagliare, immagino che l’estensore di quella nota abbia usato una terminologia non appropriata”, conclude.
”Per otto anni sono stato indagato. E ora non sono indagato, ne’ rinviato a giudizio, ma c’e’ una richiesta di archiviazione dopo otto anni in cui sono stato vivisezionato” ha aggiunto il neoministro all’Agricoltura Romano, nel sottolineare che ”non ci sono ostacoli alla nomina odierna. E i fatti superano ogni veleno”. La vicenda, ha osservato ancora Romano, ”e’ stata montata da chi non mi vuole bene, ed e’ stata poi utilizzata strumentalmente. Sono convinto che la nota del Quirinale non riporti il vero pensiero del presidente Napolitano. Non ho pesi sulle spalle – ha concluso – e voglio essere giudicato sui fatti”.
La controreplica del Quirinale: non è stato definito imputato. Rispondendo ad una una specifica richiesta di commentare le affermazioni dell’onorevole Saverio Romano, l’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica ritiene di non doverlo fare ma invita ad una più attenta lettura della nota diramata a seguito del giuramento del nuovo ministro nella quale non viene attribuita la qualifica di ‘imputato”.