Sorride, arrivando al Justus Lipsius, Silvio Berlusconi. ”La riunione del Consiglio europeo di oggi e’ molto importante per il nostro futuro. Riusciremo a far passare il concetto che la salute di uno Stato non e’ data solo dal debito, ma anche dalla finanza privata”, pronostica ottimista da Napoli, prima di volare a Bruxelles. Ma è evidente che il ”Ruby gate” guasta la giornata del premier, che avrebbe voluto oggi un suo doppio ritorno come ‘uomo del fare’. Sulla scena italiana, con la promessa di risolvere in tre giorni la nuova emergenza rifiuti a Napoli, ma soprattutto sulla scena europea, dove Berlusconi arriva con l’intento di mediare nel braccio di ferro tra Merkel-Sarkozy e buona parte dell’Europa sulla riapertura del Trattato di Lisbona.
Sulle prime pagine dei giornali italiani, invece, campeggia l’indagine della procura milanese su quella che ormai anche a Bruxelles e’ ‘l’inchiesta del bunga-bunga’. ”Falsita’. Si pentirà chi mi ha chiamato in causa”, sibila al telefono Berlusconi prima di lasciare l’Italia. Un concetto ribadito dal premier avvicinandosi con le mani in tasca ed un sorriso tirato a cameramen e fotografi, dopo la photo opportunity con capi di stato e di governo in apertura di vertice. ”Visto che casino mi hanno fatto? E sul nulla…”.
Nella capitale belga il premier prova a buttarsi la questione alle spalle. Berlusconi si concentra sul suo ruolo di ‘facilitatore’. Convinto di potere aiutare un compromesso tra i 27, media tra l’asse Merkel-Sarkozy (che chiede di poter riaprire il Trattato di Lisbona per il 2013 per poter prevedere sanzioni politiche per i paesi non virtuosi, fino alla sospensione del diritto di voto) e la gran parte delle Capitali europee (che vuole formule di governance economica piu’ flessibili e si oppone alla revisione). Berlusconi intende fare il possibile perche’ dal Consiglio arrivi un messaggio di unita’ e non di divisione. Ma al tempo stesso difende con convinzione le possibili linee di riforma del patto di stabilita’ volute a Lussemburgo dai ministri economici Ue, Giulio Tremonti in testa, che includono nella valutazione economica di uno Stato non solo il debito pubblico ma anche altri parametri, come debito privato, risparmio, stabilita’ del sistema bancario ed altro ancora.
Un bilanciamento vitale per l’Italia, con il suo 118,5% di debito-Pil contro il 60% previsto da Maastricht. ”Con questi parametri – ha detto stamattina a Napoli il premier – l’Italia diventa il secondo paese dell’Unione, subito dopo la Germania e molto prima di altri”. A Bruxelles l’Italia si presenta percio’ in una posizione dialogante, determinata a favorire un compromesso per accelerare l’uscita dell’Ue dalla crisi. Berlusconi lo ha spiegato al telefono prima del vertice ad Angela Merkel, la piu’ intransigente dei partner europei. Al Cancelliere il premier italiano ha chiesto cautela, esponendo le perplessita’ dell’Italia sulla riapertura del Trattato di Lisbona e la contrarieta’ del nostro paese a sanzioni come la sospensione del voto.