ROMA – Fu un manipolo di lanciatori di monetine sotto la sua residenza all’Hotel Raphael di Roma a suggellare la fine politica di Bettino Craxi. Era una sera di fine aprile del 1993, quel gruppo di assalitori era la punta più avanzata e vociante di un’opinione pubblica sconvolta dagli scandali di Tangentopoli.
In questi giorni di “bunga bunga” chi dovrà munirsi di ombrello è Berlusconi, secondo molti il frutto più avvelenato dell’eredità craxiana. Un altro lancio, meno contundente e più creativo, è in programma per domenica 6 febbraio sotto la villa del premier. Stavolta i suoi contestatori saranno armati di mutandine. Sì, perché ad organizzare la singolare iniziativa è un agguerrito comitato femminile “per protestare contro il suo atteggiamento verso le donne e il suo coinvolgimento in un giro di prostituzione”.
L’idea di gettargli addosso la lingerie è venuta ad Arianna Ciccone che ha mobilitato il gruppo internet Valigia Blu. Le lanciatrici di mutandine non sono sole. Anche il quotidiano inglese Telegraph ha dato ampio risalto alla campagna online organizzata da La Repubblica, cui hanno già aderito 100 mila persone. Uno scatto d’orgoglio rosa, contro la mercificazione e lo sfruttamento delle donne.
E non è tutto. “L’Italia non è un bordello” è l’insegna politica sotto cui sfilerà il popolo autoconvocatosi domenica 13 febbraio per chiedere le dimissioni del premier.
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