Chi di femmina ferisce, di donna perisce. La frase è di Dagospia e si riferisce a Silvio Berlusconi il quale, sostiene Dago, non crollerà per Fini o per la crisi dei rifiuti. Ma per la rivolta delle “sue” donne.
Per documentare l’analisi, Dagospia riprende un pezzo di Marco Damilano pubblicato sull’Espresso in cui si documenta l’agitazioni all’interno del governo e del Pdl di alcune donne “eccellenti”. In primis, ovviamente, Mara Carfagna, giudicata la “donna simbolo” del berlusconismo stesso. Poi c’è anche in atto la rivolta della Bergamini contro Verdini, la guerra della Biancofiore contro i vertici locali del Pdl. E infine l’inquietudine della Prestigiacomo.
Scive Damilano su l’Espresso: “Imprevedibile, dunque, che a guidare la rivolta contro l’omaccio Denis Verdini ci sia un’amazzone di Silvio, Deborah Bergamini, in rotta con il coordinatore azzurro in Toscana e a Roma, al punto che qualcuno la vede in marcia verso Fini. E che a sfidare i quartieri alti del Pdl ci sia la Carfagna, in guerra in Campania contro il clan di Cosentino sulla questione più delicata, la gestione dei rifiuti e dei termovalorizzatori, da strappare alle province di Napoli e Salerno, in mano ai cosentiniani Luigi Cesaro e Edoardo Cirielli, e da affidare al governatore Stefano Caldoro“.
“In uscita dal Pdl – continua Damilano – è segnalata anche la ministra dell’Ambiente Prestigiacomo, un pezzo da novanta, forzista della prima ora: per lei si prepara un abito arancione, il colore di Forza Sud, il nuovo partito creato da Gianfranco Miccichè, uno dei fondatori di Forza Italia, pronto a presentarsi alle elezioni con una lista autonoma in Sicilia che toglierebbe voti al Pdl. Al capo opposto della Penisola, in Alto Adige, il Pdl si è già spaccato, a Bolzano ci sono due gruppi in consiglio comunale, uno si chiama Pdl, l’altro Pdl-Berlusconi presidente. Anche qui c’è di mezzo una femmina, la bionda deputata Micaela Biancofiore. In rissa col coordinatore regionale Giorgio Holzmann, berlusconiano legato a Maurizio Gasparri. Alle ultime elezioni le bande si sono affrontate a schiaffi in mezzo alla strada per un manifesto strappato, con seguito di querele. La Biancofiore voleva deferire Gasparri ai probiviri, il capo dei senatori Pdl replicò galante: ‘A me hanno detto che è pazza‘”.