L’inchiesta milanese sul caso Ruby, con al centro il reato di favoreggiamento della prostituzione, รจ nata dopo la vicenda della notte trascorsa in Questura dalla giovane marocchina, tra il 27 e il 28 maggio scorsi. Lo si รจ appreso da fonti giudiziarie, che hanno escluso inoltre che ci sia alcun legame tra precedenti inchieste sulla prostituzione o filoni dell’inchiesta cosiddetta ‘Vallettopoli’ e la nuova indagine milanese.
A quanto si รจ appreso, l’inchiesta, affidata al pm Antonio Sangermano e ai procuratori aggiunti Pietro Forno e Ilda Boccassini, รจ scaturita dalle relazioni della Questura e del Tribunale dei minorenni, fatte pervenire alla Procura nei giorni successivi alla notte passata da Ruby negli uffici di via Fatebenefratelli e conclusasi con l’affidamento della giovane alla consigliera regionale lombarda Nicole Minetti, indagata assieme a Emilio Fede e Lele Mora.
Non c’e’ dunque alcun collegamento tra l’indagine sul caso Ruby e un’altra precedente inchiesta del pm Sangermano sulla prostituzione, indagine quest’ultima che aveva portato lo stesso pm a rivolgersi al ‘collega’ Frank Di Maio, titolare di un’altra inchiesta simile.
Non ci sarebbero nemmeno ‘contatti’ tra il nuovo filone ‘Vallettopoli’ aperto nei mesi scorsi dal pm Di Maio e gli accertamenti sulla vicenda della giovane marocchina. L’inchiesta sul caso Ruby, inoltre, dovrebbe concludersi, a quanto si e’ appreso, a cavallo tra febbraio e marzo prossimi, a meno che i pm non chiedano una proroga delle indagini. Al momento gli inquirenti stanno svolgendo soprattutto ”esami documentali”, ossia stanno leggendo e confrontando i verbali degli interrogatori, le intercettazioni e gli altri elementi di indagine.
E’ ancora, invece, in fase ”preliminare” l’inchiesta ereditata dai magistrati di Palermo con al centro i racconti della escort Nadia Macri’, che ha parlato di festini a luci rosse nelle residenze del premier.