Il presidente del Consiglio Berlusconi รจ deciso ad affrontare il discorso alla Camera del 29 settembre come un passaggio decisivo per il suo governo e la legislatura. Lui parlerร , e se il suo intervento non avrร l’approvazione del 50% piรน uno dei deputati, considererร concluso il suo quarto mandato da premier.ย “Sono alle prese con un documento che dovrร ottenere il voto della maggioranza del parlamento per poter andare avanti”, ha detto Berlusconi intervenendo nel corso di una cerimonia della comunitร Incontro di Don Gelmini. Ignorando cosรฌ la richiesta dei finiani, che volevano un vertice di maggioranza dal quale sarebbe dovuto uscire un testo condiviso.
Fini incassa comunque la disponibilitร di Berlusconi ad andare avanti: “Vedete anche voi qual รจ la situazione di questi giorni – ha aggiunto il premier -. Ci troviamo davanti ad ostacoli importanti, assolutamente da superare nell’interesse di tutti”. Una risposta quindi positiva all’invito che lo stesso Fini aveva rivolto a Berlusconi in conclusione del suo video-messaggio di venerdรฌ scorso: fermiamo il gioco al massacro.
Un invito a riprendere il dialogo arriva anche dal capo dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, il quale, invece di preoccuparsi dei tanti scandali che tormentano la sua Chiesa, a cominciare dalla pedofilia, si consente il diritto di essere molto critico con i nostri politici (ma perchรฉ non lo fa in qualche altro paese, ad esempio la Francia? Perchรฉ sa che lo prenderebbero a male parole): “Siamo angustiati per l’Italia, basta a liti personali, la denigrazione reciproca declassa i problemi reali e le urgenze del Paese – ha detto il cardinale davanti al Consiglio permanente della Cei – รย il momento di deporre realmente i personalismi, che mai hanno a che fare con il bene comune, e di mettere in campo un supplemento di reciproca lealtร e una dose massiccia di buon senso per raggiungere il risultato non di individui, gruppi o categorie, ma del Paese”.
Bagnasco ha puntato il dito contro le cadute di stile dell’attuale classe politica: ”Il contegno รจ indivisibile dal ruolo: quando si ha responsabilitร di parola pubblica si puรฒ essere penetranti senza sfiorare il sopruso o scivolare nella contesa violenta”. E fa ”malinconia l’illusione di risultare spiritosi o piรน ‘incisivi’ quando a patire le conseguenze รจ tutto un costume generale”. Il cardinale vorrebbe un linguaggio politico piรน ”confacente a civiltร ed educazione”.
