Appena qualche ora fa il presidente Napolitano aveva invitato tutti, dunque anche il governo, ad abbassare i toni e a evitare di esasperare lo scontro politico. I berlusconiani, fingendo che il messaggio fosse rivolto a quelle che loro e solo loro chiamano le toghe rosse, avevano inscenato le consuete scenette di finto giubilo.
Il loro capo supremo, invece, non è riuscito a bloccare la proverbiale incontinenza, e, passato il breve momento di quiete, si è esibito in una di quelle sfuriate che lo hanno reso, purtroppo per noi, famoso in mezzo mondo.
Dal momento che come recita il proverbio “La lingua batte dove il dente duole”, l’amico del cuore del senatore Dell’Utri si è scagliato contro gli scrittori e gli autori che si occupano di mafia, che sporcano l’immagine dell’Italia, e, non contento, ha anche sobriamente aggiunto che gli piacerebbe strozzare con le sue mani quelli che hanno inventato la serie televisiva dedicata alla Piovra.
Per la verità non si tratta di una battuta originale, dal momento che quasi le stesse parole furono usate da alcuni politici siciliani quando la serie fu trasmessa dalla Rai, qualcuno arrivò persino a chiederne la chiusura.
SarĂ una casualitĂ ma le stesse espressioni venivano usate da quei politici che poi vennero indicati dai magistrati come collusi o peggio nei rapporti di polizia e persino nei rapporti delle commissioni anti mafia. Forse Berlusconi non lo sapeva, magari, prima o poi, farĂ uscire la consueta rettifica prefabbricata.
Ci preoccupa, invece, il suo desiderio di soffocare scrittori e autori. La minaccia, certamente simbolica, non sembra rispondere pienamente all’appello alla sobrietĂ lanciato dal presidente della Repubblica, tuttavia se proprio il Cavaliere sente fortemente questa necessitĂ di soffocare qualcuno, potrebbe cominciare,sempre simbolicamente, per caritĂ , dando una bella lezione a quello sconsiderato che gli presentò e gli fece assumere come stalliere di fiducia il mafioso Mangano.
Neppure gli autori della Piovra, infatti, avrebbero mai potuto immaginare una simile sequenza, gli sarebbe parsa al di fuori della realtĂ , una imperfezione.
Se invece quell’assunzione l’avesse voluta e controfirmata lui medesimo, allora, sia pure simbolicamente, non dovrebbe essere difficile dare piena e immediata soddisfazione alla sua violenta pulsione.
