Augusto Minzolini, ”dovrebbe porsi il problema delle dimissioni” se passerĂ in Parlamento la mozione contro il Tg1. Il direttore generale della Rai, Mauro Masi, e’ ”costretto a fare il censore per conto terzi”. Sono alcuni passaggi dell’intervista esclusiva ad Italo Bocchino, capogruppo Fli alla Camera, che uscira’ domani su ‘A’, il settimanale diretto da Maria Latella.
”Minzolini – dice Bocchino, intervistato giovedi’ 30 settembre – deve smetterla di fare un tg che decide la tesi e poi la illustra. Quando il Parlamento avra’ approvato la mozione che censura l’operato del Tg1, Minzolini dovrebbe porsi il problema delle dimissioni. Non è una questione personale, ma questa situazione non è piĂ¹ tollerabile: il direttore se vuole continuare a fare un tg così sfacciatamente berlusconiano si faccia assumere da una delle tv del premier. Anche perchĂ© c’è un ultimo particolare che deve far pensare: gli ascolti del Tg1 di sette giorni fa sono scesi al 23 per cento, il minimo storico”.
E al suo posto? Risponde Bocchino: ”Non spetta a me suggerire. Ma posso fare alcuni esempi: Clemente Mimun quando e’ stato alla Rai ha garantito il pluralismo. Anche Mauro Mazza lo ha fatto. E Mario Orfeo lo fa oggi al Tg2. E stiamo parlando di persone nominate da Berlusconi”. Quanto al dg, ”conosco Mauro Masi – dice Bocchino – da tantissimi anni. Posso dire di essere suo amico. Ma non posso nascondere quanto sia imbarazzante la situazione in cui si trova: essere costretto a fare il censore per conto terzi. Vede, non spetta al direttore generale della Rai chiedere di conoscere con un giorno d’anticipo gli ospiti che un conduttore ha in studio. Masi dovrebbe fare altro: guardare la trasmissione e sospenderla se non e’ equilibrata e non garantisce il pluralismo”.
Nell’intervista anche un passaggio sul ministro Mara Carfagna: ”Ormai con Mara – dice Bocchino – abbiamo poco da dirci. Ha commesso errori gravi. Ha fatto scelte non comprensibili. Su Elisabetta Tulliani, Mara ha sbagliato. Ha un ruolo decisivo, è il ministro dei diritti e non puo’ tacere quando i giornali si muovono con un solo fine: massacrare mediaticamente una donna che ha la sola colpa di essersi innamorata dell’uomo che ha puntato il dito contro Berlusconi”.