Non c’è nessuno scontro tra Pdl e Lega. Ad assicurarlo è il sottosegretario e portavoce del premier, Paolo Bonaiuti parlando a Unomattina del vertice sulle riforme ad Arcore.
“Le ricostruzioni giornalistiche vogliono vedere un diverbio tra il Pdl e la Lega che non esiste – aggiunge Bonaiuti – Anche la sinistra, dal giorno della sconfitta alle elezioni regionali, ha fatto di questo presunto diverbio un filo conduttore della sua polemica. In realtà, la discussione su chi sia il vero regista delle riforme è stata risolta dallo stesso Bossi che ha sempre illustrato gli obiettivi suoi e della Lega riconoscendo però che è Berlusconi il leader della coalizione, sempre in uno spirito di assoluta collaborazione”.
“Perciò il dissidio tra Lega e Pdl – sottolinea il portavoce del premier – anche se evocato ogni volta dalla sinistra e dagli opinionisti, non c’é mai stato, non c’é e non ci sarà perché sono entrambi due forze innovatrici, due forze che puntano al cambiamento del Paese, che si trovano perfettamente insieme e marciano assieme. Tra PdL e Lega c’é un’alleanza salda e robusta”.
Papa. Cambiando argomento, Bonaiuti parla anche del Papa e del caso pedofilia nella Chiesa. “Sono sconcertato da questi attacchi senza senso che vengono dai giornali esteri – dice – perché è ovvio che non si può e non si deve attaccare chi ha colpito il male anzi, lo si dovrebbe lodare. Non capisco”.
Crisi economica. “L’Italia attraversa una crisi non sua – dice Bonaiuti – ma una crisi economica e finanziaria globale. Sappiamo che ci sono persone, famiglie e imprese in difficoltà e questo è l’obiettivo della nostra politica. Le crisi finanziarie sono una sorta di malattia rara che colpisce all’improvviso l’organismo delle nazioni in maniera difficile da contrastare. Perciò il problema finanziario della Grecia non solo si ripercuote su tutta l’area dell’euro ma è anche l’indizio di una crisi finanziaria che ancora non è finita”.
“Noi dobbiamo ringraziare san Giulio per aver mantenuto stabili e in equilibrio i conti del Paese – scherza Bonaiuti – perché se non avessimo fatto questo saremmo finiti là dove temeva con spirito catastrofista la sinistra, quando diceva che saremmo stati cancellati dai paesi di testa dell’euro. In realtà siamo tra i paesi di testa e non di coda, lontani da Portogallo, Irlanda, Grecia e Spagna che invece attraversano una crisi veramente devastante”.
Riforme. Parlando di riforme il sottosegretario sottolinea come “la riforma fondamentale” sia, a suo parere, “quella fiscale”.
“Quando in un paese soltanto lo 0,98% dei cittadini dichiara di guadagnare oltre 100mila euro l’anno – osserva – questo significa che è necessario riformare tutto il sistema in modo tale che non gravi più in maniera così pesante sulle spalle dei lavoratori a reddito fisso o dei pensionati. Se si guardano le tabelle dei redditi si vede che a pagare sono quelli che vengono più facilmente accertati, appunto le pensioni alte e i redditi fissi. Perciò è una riforma da avviare subito anche perché richiederà tempo, due o tre anni come ha detto il ministro Tremonti”.
“Sono convinto – aggiunge – che le riforme si debbano fare. Ora o mai più. Meglio se si fanno insieme e sono largamente condivise. Ma comunque bisognerà farle da soli. Purtroppo vedo nell’atteggiamento del Pd una certa esitazione. Non vorrei che le loro divisioni interne li portassero ad essere recalcitranti di fronte a quelle riforme che, non dimentichiamolo, non siamo noi a chiedere, le chiede la gente”.
Alleanze. Affrontando infine il nodo delle alleanze, Bonaiuti getta lo sguardo al centro: “L’elettorato dell’Udc – dice – è un elettorato moderato di centrodestra tanto è vero che in queste ultime elezioni regionali, in cui l’Udc ha seguito la politica dei forni e fornetti, sono andati bene dove sono venuti con noi mentre quando sono andati da soli o con la sinistra non hanno ottenuto gli stessi risultati. Esempio classico è quello del Piemonte”.