Roberto Calderoli rifiuta l’ipotesi di un governo tecnico, e dice che l’unica alternativa all’attuale esecutivo è il ritorno al voto: “Non c’e alternativa al governo Berlusconi. Il governo ha i numeri per andare avanti e fare le riforme, in alternativa ci sono solo le elezioni”.
Rispondendo ad una domanda sulla possibilità che la Lega partecipi ad un governo tecnico per fare le riforme guidato da Giulio Tremonti, Calderoli risponde: “No. L’elettorato a dato il proprio consenso ad una persona che è Berlusconi. E poi la prima persona che sarebbe contraria è Tremonti stesso”.
Poi il ministro della Semplificazione Normativa ha parlato del litigio tra Fini e Berlusconi: “Gianfranco Fini ha preso la propria iniziativa per la frustrazione di essere l’eterno delfino di Berlusconi, ma ha sbagliato a prendere di punta il premier”.
Calderoli ha bocciato l’idea di un “complotto” guidato dall’amministrazione Usa dietro all’iniziativa politica di Fini: “Qualcuno ha mangiato funghi allucinogeni, non ci credo a queste cose”. Calderoli ha voluto tranquillizzare rispetto ai problemi sollevati dal presidente della Camera a proposito del federalismo fiscale: “Fini ha sollevato perplessità sulla coesione sociale e sull’unità del Paese; ma io gli ho fatto notare che già oggi non c’é né coesione sociale né unità del Paese. Inoltre i relatori in Parlamento sono pugliesi, il presidente della Commissione è siciliano; il Meridione è presenze”.
Inoltre Calderoli ha assicurato di aver chiesto anche risorse adeguate per garantire i costi standard dei servizi in tutte le regioni. Al di là del federalismo, Calderoli ha detto che se “Fini chiede il confronto è condivisibile, meno condivisibile lo è quando il confronto avviene sulle agenzie di stampa e i giornali”. E poi “é evidente che quando una maggioranza fa una scelta continuare a fare distinguo è sbagliato”.
“Fini – ha proseguito – avrebbe fatto benissimo se avesse sollevato il problema in sede di partito; se non lo avesse fatto sui media sarebbe stato più facile trovare la risposta”. “Che Berlusconi sia il leader non ci piove – ha aggiunto il ministro – che rifiuti il dialogo lo nego. Ci siamo trovati a discutere spesso. Che non ci sia il confronto non lo abbiamo mai riscontrato. La peggior cosa per una leadership così forte è prenderlo di punta”.
Infine parlando della presenza di esponenti leghisti alle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia, il ministro ha aggiunto: “Io non so se ci sarò. Sicuramente sarò al lavoro per realizzare il federalismo”.
