Le “Tre Debolezze”…chi vorrà potrà vederle in diretta tv. Andranno in scena mercoledì dalle 17 in poi, mascherate da altrettante robuste colonne della politica. Reciteranno tutte la parte di chi scoppia di salute ma non sarà verità: la seduta del Parlamento sul caso Caliendo mostrerà a chi soltanto vuole vederlo, fare la minima fatica di guardarlo, lo stato reale delle cose. Un governo, quello di Berlusconi, che resta in piedi. Ma su una gamba sola. D’ora in poi solo saltelli faticosi e addio, se mai c’è stata, alla corsa veloce e potente. Un “Centro” che si fa alto, fino a quota ottanta deputati. Alto come non mai. Ma sta sui trampoli. Trampoli dall’equilibrio precario e incerto. Il “Centro o Quasi” di Fini, Casini e Rutelli è un po’ destra, un po’ centro e un po’ insalata e macedonia. Non è, se mai lo sarà e se mai l’Italia vorrà qualcosa del genere, una destra europea, costituzionale, delle regole e dell’ordine, una destra repubblicana e non populista. Non è neanche la versione moderna, sia pure in miniatura, di quel che fu la Dc. Troppe cose non è: sotto quei trampoli non ci sono gambe ma il vuoto. E infine una opposizione che è l’eterno millepiedi: Bersani, D’Alema, Franceschini, Veltroni, Di Pietro, De Magistris, Vendola: ognuno una gamba e tutte insieme che praticano alla perfezione la quadriglia del passo avanti, due indietro, tre di lato…
Andranno in scena il toro che carica, carica a vuoto e sempre carica perché altro non sa fare. Il toro forzaleghista con il petto gonfio e la voce forte dello spaccone. Il toro che può ancora infilzare tutti con le elezioni anticipate, ma è solo potenza, massa elettorale senza intelligenza e strategia di governo. E la rana centrista che si gonfia per apparire più grande di quella che è. Rana capace di far deviare il toro fino allo sgambetto, rana che può rovesciare il toro. Ma, se lo facesse, resterebbe schiacciata sotto il peso e il tonfo del grande corpo che cade. E il cane a più teste dell’opposizione che abbaia, anzi ringhia. Ma non morde, non ha i denti per farlo.
Caliendo resterà sottosegretario alla Giustizia, Berlusconi continuerà a governare senza crisi. Ma anche senza i numeri in Parlamento per poter proseguire davvero. Fini dimostrerà che il suo non è un bluff, ma non è ancora un partito, tanto meno una possibile alternativa proposta elettorale. Fini, Casini e Rutelli proietteranno l’immagine, solo l’immagine olografica e non di carne e ossa, del Centro che non c’è. Bersani, Di Pietro e Vendola avranno la soddisfazione di aver piantato delle banderillas sulla schiena del toro e la certezza di non poter essere loro il torero. Questo dice il pronostico, la trama dello spettacolo delle “Tre debolezze”. Poi verrà la breve estate della politica e quindi sarà l’autunno, l’autunno anch’esso delle “Tre Debolezze”.