delicato della vita del Paese, prima offende l’assemblea di Montecitorio con atteggiamenti arroganti e provocatori, e poi lancia un gravissimo insulto al presidente della Camera, cioè alla terza carica dello Stato, si rende responsabile di una violenta contrapposizione istituzionale che il suo ruolo non gli consente. A questo punto chiediamo a La Russa di dimettersi”. E’ quanto si legge in una nota del coordinamento nazionale e dei gruppi parlamentari del Nuovo Polo per l’Italia.
Ma anche fuori da Montecitorio è il caos. Monetine e insulti. Striscioni contro Silvio Berlusconi. Attimi di tensione. Un centinaio di manifestanti è arrivato ad un passo del portone della Camera dei deputati. I manifestanti, che avevano in evidenza le insegne del “popolo viola”, molto agguerriti al sit in promosso dal Pd contro il processo breve hanno preso di mira, tra gli altri, proprio Ignazio La Russa che in quel momento stava passando per la piazza. Venduto, ladri, fascisti, hanno gridato al ministro della Difesa.
Il coordinatore del Pdl ha mantenuto la calma, per poi sfogarsi all’interno come abbiamo visto, ed è entrato nel portone principale della Camera protetto dalla scorta. I manifestanti sono poi passati al portone principale di Montecitorio per impedire l’ingresso ai parlamentari. Ha superato il “blocco” la sottosegretario Daniela Santanché, grazie all’aiuto delle forze dell’ordine che hanno formato un cordone di sicurezza per circondare il palazzo e proteggere l’ingresso principale. Ma, non appena i manifestanti si sono accorti del passaggio dell’esponente Pdl, sono scattati i cori. Al grido di “ladri, mafiosi, andatevene”, e ancora “vergogna, imputati impuniti”. Insulti poi sono piovuti sulla deputata. La contestazione è proseguita con il lancio di monetine, che hanno colpito pure alcuni giornalisti. A tentare di placare la tensione è arrivata Rosy Bindi. Intanto, i commessi e i responsabili sicurezza della Camera chiamavano le forze dell’ordine rafforzare il presidio davanti a Montecitorio: “La situazione sta precipitando”, affermava un commesso. Ancora non sapeva ciò che sarebbe accaduto all’interno.