
I parlamentari italiani possono andarsene in ferie, per di più pagate. Infatti il lavoro della Camera dei Deputati e del Senato ĆØ “paralizzato” dalla mancanza di fondi, che di fatto impedisce alle camere di poter lavorare tranquillamente: il “bilancio” del 2010 ĆØ di 10 leggi proposte, discusse e poi approvate da deputati e senatori. La paralisi legislativa ĆØ spiegata da Sergio Rizzo in un articolo pubblicato sul Corriere della Sera.
“Nei 298 giorni trascorsi dal primo gennaio – sottolinea Rizzo – lāassemblea di Montecitorio si ĆØ riunita 126 volte. Quella di Palazzo Madama ancora meno: 92. Il 18 ottobre la Gazzetta Ufficiale ha pubblicato una legge approvata lā8 ottobre scorso, lāultimo dei 74 provvedimenti entrati e usciti dal Parlamento questāanno. In quel numero sono compresi 18 decreti legge del governo e altri tre provvedimenti di routine, sempre di fonte governativa, come la legge comunitaria. Poi ci sono le 17 leggi di conversione di altrettanti decreti. Quindi 22 ratifiche di trattati internazionali: atti dovuti. Ne restano dunque 14, fra cui ci sono però anche provvedimenti nati da disegni di legge governativi”. Dunque, per i parlamentari di casa nostra sono più i tempi morti che i giorni di effettivo lavoro: le leggi partorite e poi approvate nelle aule parlamentari sono state in tutto il 2010 solo una decina.
La conseguenza della mancanza di fondi (si attendono ancora quelli che verranno fuori dalla Finanziaria) ĆØ che, per esempio, la Camera dei Deputati non si riunirĆ per tutta la prossima settimana. Eppure ci sono dei provvedimenti che sono in “lista d’attesa” ormai da mesi. Rizzo fa qualche esempio: “La commissione Giustizia della Camera ha praticamente concluso lāesame di un provvedimento antiusura giĆ approvato dal Senato. Che però, senza apparenti motivazioni, procede lentissimo”. Come se non bastasse, “anche il disegno di legge anticorruzione, approvato dal Consiglio dei ministri otto mesi or sono, ĆØ ora parcheggiato nelle commissioni di Palazzo Madama. A motori spenti”.
Eppure, nonostante la crisi economica, la giustizia che “scricchiola” e tutti i problemi che affliggono il Paese, i lavori parlamentari affronteranno questioni apparentemente “secondarie”: “Il Senato sarĆ impegnato nella discussione di mozioni sulla politica agricola comune, poi di risoluzioni, interrogazioni e interpellanze”. Invece i deputati, dopo le “ferie forzate”, si occuperanno di “sostegno agli agrumeti caratteristici”.
