ROMA – Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si difende alla Camera sull’inchiesta della procura che lo vede indagato per i nuovi documenti sulla casa di An a Montecarlo. Un’inchiesta che è un atto dovuto, dopo la denuncia di un militante di Fli. ”La verità – dice il titolare della Farnesina – è una sola e sarà accertata dalla magistratura”. Poi dice: “Mi sono mosso per fugare i dubbi” e “Come confermato dai servizi di sicurezza e dalla rete diplomatica, non vi sono ‘ipotesi circa una presunta ricattabilità del premier Berlusconi, ne’ notizie di tentativi di forme di pressione da parte di potenze straniere o di organizzazioni criminali”. Ma i finiani lo attaccano: “E’ complice del dossieraggio”.
”Sento di rispondere in quest’aula -aggiunge Frattini – con gli stessi argomenti che portero’ ai magistrati”. Poi, riferendosi all’esponente di Fli Benedetto Della Vedova, che aveva sottolineato la rapidita’ con cui Frattini rispose in aula sui documenti in arrivo da Santa Lucia: ”Ribadisco – ha detto il ministro – che per quanto riguarda me e i sottosegretari, mai abbiamo tardato un risposta a un’interrogazione definita urgente”.
”La conferma dell’autenticità” dei documenti sulla casa di An, prosegue Frattini, ”ha potuto eliminare i sospetti, i dubbi su qualsiasi interferenza negativa o addirittura su una manipolazione che dichiarazioni politiche e indicazioni giornalistiche avevano fatto sorgere”.
Sulla tempistica con cui i documenti di Santa Lucia sono venuti alla luce, Frattini aggiunge: “Ho ritenuto di valutare gli atti e poi trasmetterli alla procura – dice Frattini – per correttezza dei rapporti istituzionali, non come una denuncia”.L’obiettivo, ha spiegato Frattini, non era segnalare un reato ma ”definire se vi fosse stata una manipolazione. Per questo ho ritenuto di dover mantenere il riserbo sulla documentazione. Poi, la conferma dell’autenticità di tale documentazione ha tolto i dubbi”.
”Per fugare anche sul fronte internazionale ogni dubbio suscitato da tali false ricostruzioni circa una presunta manipolazione” del documento sulla casa di An a Montecarlo ”e quindi tutelare l’immagine delle istituzioni dello stato italiano – dice Frattini – pesantemente messe in discussione, ho ritenuto di chiedere alle autorita’ del governo di Santa Lucia un chiarimento ufficiale sull’origine e l’autenticita’ dell’atto emesso dal ministro della giustizia di quel Paese”.
Frattini ha ricordato che quando vennero pubblicati i documenti fu proprio ”un esponente parlamentare” a ”chiamare in causa esplicitamente e formalmente responsabilita’ e competenze non solo della presidenza del Consiglio ma anche del ministero degli affari Esteri invitandoli a fare chiarezza: mi riferisco alla dichiarazione del 22 settembre del 2010 dell’onorevole Briguglio”. Frattini ricorda che l’esponente di Fli fece esplicito riferimento a ”competenze della presidenza del Consiglio e della Farnesina”, lamentando ”la gravita’ di pubblicazioni di documenti falsificati”. Tutti i deputati sanno, ha concluso, ”che chiarimenti a un governo straniero siano chiesti dal ministero degli Esteri”.
Bocchino: Frattini reo confesso. Con la risposta data alla Camera il ministro degli Esteri Franco Frattini ”si e’ detto reo confesso, come complice di un’azione di dossieraggio”. Lo ha detto Italo Bocchino, capogruppo di Fli, nella replica alla Camera. ”Ha dimostrato di essere reo confesso – ha aggiunto – ha violato il galateo istituzionale, ha messo la Farnesina a disposizione di una strategia contro al terza carica dello Stato, piegando a questa logica i mezzi della diplomazia italiana”. Se si e’ attivato per la casa di Montecarlo, ”perche’ – ha aggiunto Bocchino – quando la nipote di Mubarak e’ in caserma a Milano lei non chiama nemmeno l’ambasciatore?”.
Bocchino ha definito la vicenda ”torbida” ricordando che il ministro degli Esteri e’ indagato per abuso d’ufficio. Il capogruppo di Fli ha poi parlato di ”faccendieri che giravano con aerei privati per i Caraibi e il Brasile, dove organizzavano feste per il presidente del Consiglio”.