Italo Bocchino accusa: il dossier contro Fini “è una patacca” ed è stato “fornito da un’abile mano molto vicina a Berlusconi”, probabilmente Valter Lavitola, editore e direttore dell’Avanti. Il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera rilancia sul presunto dossieraggio ai danni di Gianfranco Fini e dice: ”Il dossier è stato prodotto ad arte da una persona molto vicina a Berlusconi che ha girato per il Sudamerica, di cui al momento opportuno saprete il nome”. Un nome su cui ora molti si interrogano. Secondo quanto riporta “la Repubblica” i sospetti dei finiani ricadrebbero su Valter Lavitola, appunto editore e direttore dell’Avanti.
A confermare i sospetti è lo stesso Bocchino: ”L’indiscrezione di Repubblica.it risulta anche a noi – afferma il capogruppo di Fli – Valter Lavitola è uno degli uomini che ha lavorato alla patacca”.
Una “patacca” di Berlusconi. Patacca, sì, perché è così che il finiano definisce il documento prodotto dallo stato domenicano di S. Lucia, pubblicato dal “Giornale” e da “Libero” e che proverebbe l’acquisto della casa di Montecarlo da parte del cognato di Fini, Giancarlo Tulliani. “E’ una patacca – incalza Bocchino – che risponde alla logica della bastonatura mediatica di Silvio Berlusconi. Abbiamo la prova che è falso e lo proveremo in sede giudiziaria”.
Che si tratti di un’operazione di dossieraggio, per il finiano è dimostrato anche dal fatto che ”il Giornale ha lasciato un’impronta digitale” perché ”ha scritto sette giorni prima che accadesse, che degli 007 sarebbero andati ai Caraibi per prendere dei documenti”.
”E’ la prima volta che una patacca promanata da giornali del Presidente del Consiglio colpisce il Presidente della Camera – dice Bocchino intervenendo ad “Annozero” – E’ un problema di democrazia coartare la terza carica dello Stato usando questi metodi”. Secondo Bocchino il vero problema è che Berlusconi ”ha sempre detto che bisogna eliminare quello lì. E’ evidente che poi si trova il ‘pataccaro’ utile che gli fornisce i documenti che servono allo scopo”.
L’ipotesi del finiano: trama internazionale? Bocchino inserisce la polemica sulla casa di Montecarlo e sulle accuse di ‘dossieraggio’ contro Fini, in un quadro internazionale: ”E’ cosa nota che la nostra politica estera è concentrata su Libia e Russia – ricorda – il che genera attenzione anche in altri Paesi per chi, come Fini, parla invece di atlantismo e di multilateralismo”. Quindi, il riferimento a persone che ”hanno accompagnato Berlusconi in Centro America, anche di recente, e che hanno lavorato alla patacca sulla casa di Montecarlo”, nonché la citazione del giornalista e di quel “viaggio in Brasile finito sui giornali per un festino organizzato per il presidente del Consiglio, stando almeno a quanto riportato dai quotidiani brasiliani”, sottolinea. Lavitola – sostiene ancora Bocchino -”ha aiutato Berlusconi, e questo consta anche a me perché Berlusconi ci chiese di candidarlo alle Europee dicendo che lo aveva molto aiutato, insieme con Sica, per l’operazione con cui fece cadere Prodi con il passaggio di alcuni senatori”.
Il capogruppo Fli alla Camera afferma inoltre che ”c’è stato un lavorio diretto nell’entourage del presidente del Consiglio, e – aggiunge- ci risulta perché lo scrive Repubblica.it ed anche perché – prosegue rivolgendosi a Santoro durante la prima puntata di Annozero – come lei sa uno per difendersi oggi può fare delle indagini, a livello nazionale e internazionale con i soggetti che sono deputati legalmente a farlo. Certo che le abbiamo fatte e da queste indagini risulta che il cognato di Fini non è proprietario delle società di cui, guarda caso, parla il giornale di proprietà della famiglia del presidente del Consiglio. Risulta che c’è stata un’operazione di dossieraggio in Italia e all’estero, anche con stanziamenti di somme, e che questo signore che ha accompagnato Berlusconi in Brasile, non si capisce in base a quale incarico, potrebbe aver costruito”, conclude Bocchino.