Ha dichiarato domenica 8 novembre Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl: “Ciò che è avvenuto in seguito all’esplosione del caso Marrazzo può cambiare i termini dello svolgimento delle elezioni nel Lazio. Infatti, la classe dirigente del PdL del Lazio può anche ricorrere a candidature da essa stessa espresse, che possono essere prese in considerazione in modo altrettanto attento di quelle, tutte apprezzabili, finora pervenute dalla società civile. E’ evidente poi che la situazione muterebbe totalmente per gli effetti della composizione della commissione europea qualora l’on D’Alema fosse nominato alto rappresentante per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza dell’Ue”.
La prima parte si capisce: dopo lo scandalo, la sinistra rischia di perdere, anche perché il Pd di Marrazzo potrebbe diventare un alleato imbarazzante per l’Udc di Pier Ferdinando Casini, il quale, per quanto divorziato e risposato, è un paladino di dio, patria, famiglia. La seconda è più misteriosa: sembra quasi che il posto di D’Alema all’Ue, molto difficile da conseguire, sia entrato in una partita di scambio tra il padrone ombra del Pd e uno dei più osservanti collaboratori di Berlusconi.
Da ricordare che Cicchitto era presente alla ristrettissima riunione della settiomana scorsa a Palazzo Grazioli, dove i vertici del Pdl hanno discusso proprio delle elezioni regionali. La dichiarazione di Cicchitto sembra un’eco della riunione.
D’Alema farebbe meglio a chiarire.
Il commento di Radio Blitz