MILANO – Continua l’inchiesta del Giornale sull’Oak Fund, i conti esteri riconducibili ai Ds. Secondo Gian Marco Chiocci e Luca Fazzo, i due giornalisti che si stanno occupando della vicenda, dalle carte che sono state desecretate dai giudici di Milano, emergerebbe il ruolo centrale di Roberto Perini: sarebbe lui, secondo quanto viene fuori dall’articolo, l’uomo al quale i Democratici di Sinistra avrebbero affidato i soldi in questione.
Il nome del signor Perini, scrivono i due, “compaÂrÂe nel dossier che l’investigatoÂre privato Emanuele Cipriani ha realizzato su incarico di Giuliano Tavaroli, allora capo della Security di Telecom, per appurare chi ci fosse dietro il misterioso Oak Fund, il fondo cifrato delle Isole Cayman su cui approdarono una parte dei soldi pagati dalla Pirelli di Marco Tronchetti Provera per comprare il colosso telefoniÂco”.
Nel dossier, proseguono Chiocci e Fazzo, “sul quale dopo cinque anni è stato alzato la settimana scorsa il velo del seÂgreto, compaiono carte raccolÂte da Cipriani che indicano in Massimo D’Alema e nei Ds i reÂferenti del fondo”. Vero o falso? “Impossibile saperlo – sostengono i due giornalisti – perché la Procura milanese, la stessa Procura che utilizza come spunti investigativi anche le lettera anonime, su quelle carÂte non ha mai indagato”.
Poi Chiocci e Fazzo sottolineano che “nel «summary» nuÂmero 7 inviato nel 2002 da CiÂpriani a Giuliano Tavaroli, c’è un intero appunto su Perini, steso con un linguaggio vagaÂmente da questurini. Si parla di «condotta limpida», di «perÂsona che nel suo ambiente goÂde di una grande stima» che «sin da giovane ha abbracciaÂto l’ideologia di sinistra e le teÂmatiche ambientaliste»”.