ROMA – De Magistris. Cgil: “Promette il reddito minimo ma taglia il welfare”. Per il commissario Cgil Walter Schiavella, inviato a Napoli dal segretario generale Susanna Camusso a sistemare la federazione locale, il sindaco Luigi De Magistris fa il capetto, non sente nessuno, non accetta confronti. E fin qui… Più articolato, e politicamente rilevante, il giudizio sull’operato dell’ex pm, programmi e cose fatte: promette il reddito minimo ma intanto taglia lo stato sociale.
Doppia la sorpresa: da una parte un sindaco che predica male e razzola male, dall’altra una tribuna, quella cigiellina sponda Camusso, ritenuta una costola importante del composito fronte sinistro dell’anti-renzismo, spara sul campione autonominato della guerra al governo, quello del “Renzi vattene, ti devi cagare sotto”, udito durante un infuocato comizio.
In effetti una notizia, se non una crepa nella compagine compatta dell’opposizione a Renzi, cui ha dato il giusto risalto Italia Oggi dopo aver scovato su Rassegna Sindacale, periodico Cgil, l’intervista a Schiavella. Che non fa sconti.
“Il bilancio comunale recentemente approvato non va nella giusta direzione […] “Sul piano fiscale – sottolinea Schiavella – la scelta di finanziare uno strumento ancora dubbio nelle forme e comunque futuribile quale il reddito comunale di cittadinanza, riducendo la fascia di esenzione dell’addizionale Irpef comunale, crea un danno immediato certo a fasce deboli di popolazione per procurare un vantaggio futuro e incerto ad altre altrettanto deboli, ma le cui caratteristiche sono ora ignote”.
[…] “Nell’evidenza dei numeri siamo oggettivamente di fronte a una riduzione della spesa sociale comunale a cui non corrisponde certo una riduzione dei bisogni; anzi, lo scarto tra bisogni e risorse per soddisfarli cresce ancora». Insomma, il sindaco di sinistra, paladino degli ultimi contro i poteri forti, che fa? Taglia la spesa sociale e riduce le esenzioni Irpef.
[…] Di fronte a risorse scarse e bisogni sociali aumentati – continua Schiavella – occorre maggiore capacità di selezione delle priorità, maggiore coordinamento delle risorse complessivamente disponibili, maggiore integrazione dei servizi, maggiore efficacia ed efficienza degli stessi e, quindi, maggiore qualità e regolarità del lavoro necessario a erogarli. Niente di tutto ciò è stato al centro del dibattito estivo seguito all’approvazione del bilancio”. (Giovanni Bucchi, Italia Oggi)