ROMA – Giorgio Napolitano indica da Presidente della Repubblica a tutti i partiti italiani un compito tanto obbligato quanto impossibile: “Nessuno può pensare di governare senza assumersi la responsabilità di provvedimenti pesanti e impopolari”. Mario Draghi, da governatore di Bankitalia fino a ieri e da domani presidente della Bce, chiade all’Italia di cambiare i connotati del suo sistema fiscale: “Tassare la proprietà e i consumi e detassare il lavoro e l’impresa”. Parole e concetti che per essere stati pronunciati così tante volte rischiano di produrre su chi le ascolta, sistema politico e pubblica opinione, l’effetto del “al lupo, al lupo”…il lupo che non arriva poi mai davvero.
Ma il lupo si sta avvicinando: all’ultima asta i Bot a sei mesi sono stati sì venduti ma ad un tasso del 3, 53 per cento. E i Btp decennali si vendono ad un tasso del 5,97 per cento. Lo spread tra i titoli italiani e quelli tedeschi staziona a quota 390. Le banche italiane non concedono mutui per compravendite di case oltre i 20/30 giorni dalla stipula del mutuo, vuol dire che si aspettano costi maggiori nel rifinanziarsi, anzi vuol dire che non sanno cosa aspettarsi e praticano il “braccino corto” per una prudenza che somiglia alla paura. Gli imprenditori vedono ogni giorno le banche aumentare gli spread sui finanziamenti loro concessi, vuol dire che il credito alle aziende non arriva più oppure arriva a costi crescenti. Diminuisce la quota delle famiglie che riescono a risparmiare e, nelle famiglie che ancora risparmiano, diminuisce la quota di reddito destinata al risparmio. Il lupo sta arrivando, in carne ed ossa. Ha fatto tana sui mercati finanziari, abita in banca, gira in tondo intorno alle famiglie e alle aziende. Non si spaventerà per uno scongiuro, non verrà messo in fuga da nessun voto elettorale. Prima lo si affronta, rischiando qualche morso, e meno si rischia di vederlo mangiarsi tutto il gregge, pastori compresi.