VENEZIA – Dino Boffo torna in campo, questa volta direttamente in politica: l’ex direttore di Avvenire si candida in Veneto e a sorpresa si schiera a fianco del sindaco di Verona, Flavio Tosi
Boffo, la cui vicenda personale ha segnato il lessico della politica italiana, per quel famigerato metodo usato contro di lui nel 2009 dal quotidiano Il Giornale, ha deciso di candidarsi nella sua regione – è originario di Asolo (Treviso) – con una lista di Area Popolare a sostegno di Tosi, il leghista eretico in corsa contro l’ex collega di partito Luca Zaia e Alessandra Moretti, per la presidenza della Regione Veneto.
“Torno con passo umile e molto entusiasmo sul territorio dove sono stato presidente di Azione Cattolica e direttore del settimanale cattolico, prima di andare a dirigere Avvenire“, ha annunciato Boffo in un’intervista al Corriere della Sera.
Il Veneto, ha osservato,
“è il luogo giusto, è il qui e ora della politica italiana: qui c’è la spaccatura della Lega anzitutto sui contenuti, sull’interpretazione della realtà e sul modo di rapportarsi alla popolazione; qui si sta anche fatalmente prosciugando Forza Italia che non mi pare sia compattamente entusiasta di seguire Salvini e Zaia”.
Secondo l’ex direttore del quotidiano della Cei,
“qui si può contribuire a rimodellare lo scenario del centrodestra o dell’area moderata centrale”.
Con Tosi perché,
“E’ l’alternativa moderata e necessaria alle estremizzazioni di Salvini e Forza Italia“
Il sindaco di Verona, dal canto suo, si è detto “orgoglioso” di poter contare sull’appoggio di Boffo.
“Fa estremamente piacere – ha detto Tosi- che abbia creduto nel nostro progetto. Una scelta inaspettata, ma assolutamente gradita, per i valori che Boffo rappresenta, in particolare per la persona”.
Tosi ha poi tracciato una sorta di parallelo tra la vicenda del metodo Boffo e la campagna mediatica avviata da Report di cui lui stesso è stato oggetto, per presunti contatti con esponenti della malavita calabrese.
“Si può dire che entrambi – ha rilevato – siamo rimasti disgustati da un certo modo di abbassare il livello del confronto politico, con la diffamazione e la calunnia. Boffo ha subito la cattiveria della degenerazione dello scontro politico in Italia, la politica fatta non per passione ma con metodi sleali. Boffo invece rappresenta la politica con la P maiuscola, soprattutto per quei valori della cultura cattolica fondamentali nel Veneto”.
Boffo si dice ora “libero e riconciliato rispetto a quanto crudelmente mi è successo e desideroso di andare avanti”.