”Da adesso in poi le cerimonie si faranno senza inni”, parola del segretario nazionale della Liga Venera Gian Paolo Gobbo, sindaco di Treviso e fedelissimo di Umberto Bossi.
Il Carroccio non ama l’inno di Mameli e quel Fratelli d’Italia, così come non digerisce il passaggio del testo che recita  ”che’ schiava di Roma Iddio la creò”.
Per Gobbo ”l’inno d’Italia non serve assolutamente, perché non è certo quello che contribuisce ad alimentare il senso dello Stato”. D’ora in avanti, ordina, ”i miei dovranno seguirmi sulla mia strada”.
L’ennesima sfida d’identità , sfociata nel diktat di Gobbo, è nata così: il sindaco di Chiarano (Treviso), senatore Giampaolo Vallardi si è detto a favore della melodia ma non del testo dell’inno. Il problema? Sempre la strofa ”che’ schiava di Roma Dio la creò”. ”Quando arrivo a quella strofa  mi blocco, mi manca il fiato in gola, capita anche ad altri. Troviamo una mediazione. Va bene l’inno di Mameli, mi piace la melodia, ma non il testo. Quindi: suoniamolo e basta, senza cantarlo”.
