Il federalismo fiscale taglia i privilegi alla Chiesa, dal 2014 il governo abolirĂ parte delle esenzioni Ici di cui godono gli stabili del Vaticano. Il taglio ai privilegi, introdotti dallo stesso governo Berlusconi nel dicembre 2005, è contenuto in un comma al decreto sul federalismo fiscale municipale approvato dal governo lo scorso 4 agosto e mai pubblicizzato. Questo comma stabilisce di eliminare la parte piĂ¹ corposa dei privilegi fiscali del Vaticano, quella che ogni anno permette agli enti ecclesiastici di non pagare l’Ici per circa un miliardo di euro. Garanzie e privilegi su cui anche l’Unione Europea ci ha ripreso, definendoli “aiuti di Stato”.
Insomma, in base al decreto sul federalismo fiscale, dal 2014 ospedali, scuole, alberghi e circoli della Chiesa dovranno operare in regime di concorrenza versando le stesse tasse imposte agli altri imprenditori privati. Pagheranno l’Ici come tutti gli altri gli enti ecclesiastici che operano nella sanitĂ (ospedali e cliniche legate alla Chiesa), nell’educazione (scuole private), nel turismo (alberghi e resort – spesso a cinque stelle – del mondo cattolico) e i circoli. Continueranno invece a non pagare le tasse chi ai sensi dei Patti Lateranensi gode dello status di zona extraterritoriale: ad esempio Castel Gandolfo, l’UniversitĂ lateranense o il vicariato, le chiese, i chiostri, il sagrato o la canonica, le parrocchie, le mense, i centri di assistenza e volontariato.
Dalla cancellazione di tutti questi privilegi arriveranno allo Stato parecchi soldi. Dovrebbero essere recuperati subito 400 milioni, ovvero i soldi non versati dagli enti che ad oggi sono registrati al fisco. Poi c’è un’altra grossa fetta di enti ecclesiastici che finora al fisco proprio non ci si sono registrati. Con la nuova legge dovrebbe scattare l’obbligo ad emergere per il pagamento dell’Imu.