ROMA – “Non so se resterò ancora nella Lega”. Parola di un Umberto Bossi amareggiato che non sente più la Lega come cosa e casa sua al punto da dire, commentando la possibile espulsione di un suo fedelissimo come Marco Reguzzoni, “qua sono tutti matti”. Sta di fatto che il turbamento di Bossi non è il turbamento della Lega tutta visto che da Flavio Tosi arriva una risposta non esattamente “straziata” per la possibile uscita del Senatur: “Se va via la Lega sopravviverà”.
Succede tutto a a due giorni dalla resa dei conti del Consiglio nazionale della Liga Veneta Lega Nord. La riunione si terrà sabato a Padova, ma è già partito il toto-espulsioni nelle file dei ‘ribelli’. ”Io non ho mai messo fuori nessuno dalla Lega – ha ricordato oggi Bossi – tranne chi si era venduto visibilmente”. Venduti o meno, il segretario veneto proprio Tosi avrebbe già stilato un elenco dei ”cattivi”, sia tra coloro che hanno impedito due settimane fa al presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro di prendere possesso della sede commissariata del Carroccio di Mestre, sia tra i fischiatori di Pontida.
In mezzo vi sarebbero anche i ribelli storici, quelli che hanno continuato a manifestare sulla stampa la contrarietà al nuovo corso del sindaco di Verona, come la bossiana Paola Goisis. ”Spero prevalga il buonsenso” confida Giovanni Furlanetto, uno dei tre consiglieri regionali che domenica ha esposto uno striscione per chiedere subito un congresso in Veneto. Lo stesso Furlanetto, con una cinquantina di esponenti del Carroccio, non solo veneziani, si era opposto alla consegna delle chiavi della sede lagunare commissariata a Muraro.
Proprio dalla visione delle immagini di quei momenti concitati, Tosi avrebbe trovato spunto per preparare la personale lista delle epurazioni. ”Ho fatto una relazione dettagliata al segretario e al direttivo di quanto è accaduto a Mestre – tiene a precisare Muraro – ma e’ stata una mera relazione corredata da foto”. Il presidente della Provincia di Treviso si defila da qualunque ruolo di carnefice. ”Non ho fatto – puntualizza – alcuna proposta di punizioni”.
Tosi trova comunque un alleato in Giancarlo Gentilini, lo ‘sceriffo’ candidato per la terza volta a sindaco di Treviso nelle prossime comunali, a cui non sono piaciute le parole del Senatur contro il segretario veneto. ”Bossi non può più rappresentare quella Lega che ha massacrato il Carroccio” si sfoga, usando un giro di parole. ”Quelli che hanno fatto si’ che migliaia di leghisti smettessero di votarci – rincara – non hanno il diritto di parlare ancora”. Gentilini si dice più che concorde con ”la nuova Lega di Maroni, Tosi e Zaia, che deve continuare il suo cammino lasciando da parte tutti quelli che, per una ragione o per l’altra, meritano di sparire dallo scenario politico”. Una sentenza senza appello per lo ”sceriffo” trevigiano: ”Se qualcuno ha compiuto qualche omicidio politico – conclude – va mandato a casa”.