Lo ha detto e ora l’ha anche ripetuto: Matteo Renzi è dalla parte di Sergio Marchionne nella vicenda di Mirafiori. Intervistato dall’Unità, il sindaco di Firenze precisa il suo punto di vista: ”Sto con Marchionne. La Fiat fa un investimento sul proprio futuro e per la prima volta non chiede i soldi allo Stato e agli italiani”.
”Non voglio mica la fabbrica cinese – aggiunge Marchionne – Però questi accordi li hanno firmati e praticato vent’anni fa in Germania e adesso le loro industrie reggono sui mercati. Non mi pare che in Germania manchino i diritti”.
Per il primo cittadino di Firenze, ”il primo diritto dei lavoratori è avere un lavoro. Che l’accordo garantisce e promette di creare”. Diverso è, quando le fabbriche chiudono, misurarsi con la ”disperazione e l’umiliazione psicologica di chi sta a casa, anche in cassa integrazione. Se non puoi pagare un libro di scuola a tuo figlio, sei già sotto ricatto”.
Quanto alla Fiom, secondo Renzi, ci sarebbe una ristrutturazione globale che sfugge al sindacato, mentre ”la Camusso ha ben presente il problema di un sindacato duro e puro”. Renzi non risparmia le critiche al Partito Democratico e, in vista della direzione generale, auspica che il partito ”non resti rannicchiato all’ombra del sindacato. Il Pd deve avere la voglia e l’ambizione di convincere il 50% più uno degli italiani” e sui rottamatori ribadisce il monito a non trasformarsi in una ”microcorrente mariniana in sedicesimo”.
